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Dal Quotidiano di Lecce e da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 19 Febbraio 2003

Dal Quotidiano di Lecce del 19/02/03

La morte di Leone de Castris

Il "re del vino" che conquistò il mondo è deceduto ieri all'età di 77 anni

 

SALICE SALENTINO - Il suo vino più famoso, il Five Roses, porta il nome di una contrada del suo feudo di Salice Salentino, Cinque Rose, chiamata  così perché per intere generazioni ogni de Castris aveva avuto cinque figli. E a questa bottiglia di rosato, Piero Leone de Castris e il giovane figlio Salvatore, che ieri mattina si è spento in una casa di cura a Ceglie Messapica, avevano affidato il loro destino di produttori di vino, spedendola negli Stati Uniti. L'ultimo conflitto mondiale stava per spegnersi e il generale Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze armate, aveva chiesto una grossa fornitura di vino rosato, ponendo una sola clausola: il vino doveva avere un nome americano. Fu così - era il 1943 - che Cinque Rose divenne Five Roses. E fu così che nacque un impero, che oggi produce quasi tre milioni di bottiglie all'anno, e fu così che i de Castris, per primi, fecero conoscere al mondo i vini del Salento.


Presidente della Camera di Commercio di Lecce per 18 anni, cavaliere del lavoro di gran croce, commendatore e grande ufficiale al merito della Repubblica, presidente del Comitato vini dell'Unioncamere, vice-presidente della Camera internazionale dell'area mediterranea. Salvatore Leone de Castris, classe '26, settantasette anni compiuti il 14 gennaio scorso, se ne è andato via in silenzio. Erano le quattro quando è morto, intorno a sè aveva la sua famiglia: la moglie Maria Anna Teresa Violante, originaria di Bari; il suo unico figlio, Piernicola, che lo ha accompagnato negli ultimi anni nella conduzione dell'azienda; la nuora Alessandra della Tommasa e i due nipotini Piersalvatore e Marialuisa.

Una famiglia prestigiosa quella dei de Castris. Il fratello, Arcangelo Leone De Castris, docente all'Università di Bari, è considerato tra i più illustri italianisti del paese. Il nipote Leonardo è procuratore antimafia a Lecce.

Nelle vene di Salvatore Leone de Castris scorreva il sangue del duca Oronzo Arcangelo Maria Francesco Conte di Lemos (nipote di Ferrante e Francisco, vicerè spagnoli in Italia) che nel 1665 fondò la cantina. Sarà forse per questo che quando si parlava con de Castris si aveva l'impressione di avere davanti un uomo di altri tempi. Impeccabile nei suoi vestiti eleganti, molte volte gessati, dai modi gentili e toni pacati.

«Era un vero galantuomo - ricorda Mario Petrucci, dirigente della Camera di Commercio - Io sto qui dal '63 e ne ho visti passare di presidenti. Leone de Castris era una persona squisita, di un'educazione sconvolgente. Non a caso è riuscito a essere presidente per 18 anni. Teneva alla Camera più della sua vita. Andare via è stato molto duro per lui».
Lo ha fatto nel '99 cedendo la poltrona a Sergio D'Oria. E' stato un buon presidente rispetto ai suoi tempi e rispetto ad un ente che non aveva certo gli strumenti e i compiti che ha oggi. Di certo l'esperienza maturata nella Camera di Commercio è stata un trampolino di lancio per la sua azienda.

«Salvatore Leone de Castris - dice Mario De Pascalis, presidente dell'Unione provinciale agricoltori - ha fatto delle cose straordinarie. Ha fatto in modo, e sto parlando di un bel pò di anni fa, di portare la pubblicità dei suoi vini all'aeroporto di New York. Un miracolo. E' stato il primo imprenditore salentino a credere nel pregio del nostro vino e se oggi abbiamo fatto tanta strada in questo comparto, molto lo dobbiamo a lui. La sua era una nomina che veniva dall'alto, dal ministero, ma lui è riuscito anche a guadagnarsi il consenso del territorio».

Il grande imprenditore, il pioniere che ha insegnato ai salentini a vendere il proprio vino in tutto il mondo: dalla Russia all'America e anche in altri continenti. Con lui se ne va un pezzo della storia del Salento.

«Salvatore Leone de Castris - dice Salvatore De Riccardis, presidente dell'Assindustria di Lecce - è uno di quegli uomini che hanno scritto la storia della nostra economia. Era un grande imprenditore: il suo esempio è stato uno stimolo per tanti altri. Di grande umanità. Qualcuno doveva cominciare a capire che nelle nostre vigne si celava un grande tesoro: lo ha fatto lui».

di Anna Rita Invidia


Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 19/02/03

 

Storia di un'azienda dai vini pregiati

Sulle tavole d'Europa da oltre quattro secoli

 

Anno di fondazione 1655! Sono ben poche le imprese meridionali che possono vantare origini così lontane, ma la Leone de Castris - anzi per dirla tutta l'Antica Azienda Vitivinicola dei Conti Leone de Castris s.r.l. - affonda la sua storia nei secoli. Fu a metà del '600 che il duca Oronzo de Castris, vero conoscitore dell'arte dei vinattieri, intuite le potenzialità che la terra salentina aveva nelle prospettive di sviluppo agricolo, liquidò tutte le terre che possedeva in Spagna ed investì tutto in fondi nella zona di Salice Salentino ed in quelle circostanti. Fu un'intuizione giusta e fino all'Ottocento i vini delle proprietà de Castris viaggiavano - ma sfusi - in tutta Europa. Fu solo nel 1925 quando Piero Leone Plantera sposò donna Lisetta de Castris - ultima erede della famiglia de Castris - che in anticipo sui tempi l'azienda incominciò ad imbottigliare. Quante imprese meridionali, agricole e non, pur assurte a fama internazionale sono poi progressivamente declinate? Tante purtroppo. Ma sessant'anni fa quando nell'azienda entrò il figlio di Piero e Lisetta, appunto Salvatore Leone de Castris, l'impresa pur solida e efficiente ebbe invece un ulteriore definitivo scatto. Personaggio che alle qualità intuitive dell'avo univa anche un'apertura mentale al passo con i tempi e soprattutto l'amore per un'attività ormai così strettamente legata alla sua famiglia, Salvatore Leone de Castris ha legato indelebilmente il suo nome ad un prodotto vinicolo che fa parte ormai della storia e del prestigio enologico italiano: la creazione avvenuta nel 1943, di quello che è a ragione considerato il primo vero vino rosato nazionale il «Five Roses». Lo stabilimento di Salice Salentino ed i vigneti, già notevoli si sono ulteriormente ampliati rispecchiando le nuove esigenze commerciali dell'impresa al timone della quale con oculata scelta, ma restando sempre vigile consigliere, Salvatore Leone de Castris da alcuni anni aveva posto il figlio Piernicola. Oggi rispecchiando appunto la politica di produzione calibrata al mercato la Leone de Castris vanta una dozzina di straordinari prodotti. Fra questi spicca comunque sempre il celeberrimo «Five Roses», imbottigliato in versione «anniversario». Ma accanto brillano una serie di vini quali il Salice rosso Doc riserva «Donna Lisa», i rossi Salento Igt «Illemos» e «Messer Andrea», un «primitivo Manduria» Doc «Santera» ed un primitivo salentino igt «La Rena». E ancora - azione che gli appassionati considerano benemerita - il «Negrino» aleatico dolce e poi tutta una serie di splendidi bianchi: «Pierale» (moscato), «Vigna Case Alte», «Messapia» e «Imago». 

di Nicola Sbisà

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