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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Domenica 3 Ottobre 2010

La banda dell’Aygo: fine delle incursioni

Confessano 7 rapine i due giovani di Veglie sottoposti a fermo di polizia giudiziaria

 

Stava per colpire di nuovo la banda della Toyota Aygo. La banda di sette rapine confessate ma sospettata di averne commesse ancora almeno altrettante. La banda di cui ha fatto parte un “superbravo”. Uno studente universitario di Economia e commercio. L’altro ieri sera due giovani sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria dai carabinieri. Ma c’è anche un denunciato a piede libero, e un altro ancora irreperibile.

La svolta quando è stato fermato il 25enne R.M., di veglie, davanti all’Aygo: nella macchina c’erano due pistole (giocattolo, copie identiche alle vere), i passamontagna, dei vestiti ed anche i cassetti dei registratori di cassa rapinati nei supermercati e nelle tabaccherie. R.M. sarebbe ripartito verso un nuovo obiettivo l’altro ieri sera verso le sette e mezzo se intanto i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Campi Salentina e della stazione di Leverano non avessero già scoperto dove si trovava l’Aygo usata nei “colpi” delle cinque del pomeriggio al “Pam” di Leverano, in via Cazzella, e nella prima mattinata alla tabaccheria di San Cesario, in via Dante: era stata parcheggiata nel centro storico di Leverano, in via Catone.

Al fermo di R.M. è seguito quello di L.G., 19 anni a giorni, figlio di una coppia di professionisti. Non ha alcun precedente penale e sembrava proiettato verso una carriera universitaria di successo visto che per iscriversi alla facoltà di Economia e commercio di Roma aveva dovuto superare una selezione a cui avevano preso parte 1.600 studenti. Aveva già fatto il biglietto del treno per partire oggi alla volta della capitale, ma si trova a fare i conti con la partecipazione ad almeno tre rapine della banda della Toyota Aygo. L.G. ha confessato in caserma, alla presenza dell’avvocato difensore Claudio Di Candia. E ha scelto di fare altrettanto R.M., anche lui assistito da un legale, l’avvocato VitoQuarta.

Ma il cerchio non si è ancora chiuso perché i carabinieri sono sulle tracce di uno, e forse due, complici. Tra l’altro gli stessi indagati sono sospettati di altre sette rapine che non hanno confessato.

Ai carabinieri R.M. e L.G. hanno invece svelato come si fossero organizzati. In pratica nelle prime rapine a tre tabaccherie avrebbero usato la Fiat Punto grigia del nonno di L.G.: il 14 agosto a Carmiano, le altre due il 16 a Novoli e Copertino. Poi la loro macchina è diventata la Toyota Aygo rubata il 20 settembre a Carmiano. E stando alle confessioni raccolte dai carabinieri, con questa vettura la banda avrebbe colpito due volte il supermercato Pam di Leverano (25 settembre e 1 ottobre) in via Cazzella, la tabaccheria di San cesario (1 ottobre) ed il Dì per Dì di Lecce. Ma l’Aygo è stata usata anche nelle rapine a Lecce de lunedì sera della scorsa settimana alla Q8 di via Puglia e di domenica, all’una e mezzo di notte, alla paninoteca di via Cimino, scorribande queste su cui indaga la polizia.

Ma tra i colpi con la punto del nonno di L.G. e con la Aygo è passato oltre un mese. Quello delle rapine con la Fiat Punto verde a Carmiano alla tabaccheria “La Mimosa ed ai supermercati Euromarket 2000 e Di meglio alla frazione di Magliano. E prima di essere bruciata la stessa macchina è stata usata nella rapina al Sisa di Monteroni. La banda potrebbe essere la stessa. Se ne parlerà negli interrogatori di convalida di domani davanti al giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati.
 


 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 3 Ottobre  2010

Alla vigilia di ferragosto il primo di almeno sette colpi

La «banda dell'Aygo» finisce in trappola. Arrestati due giovani vegliesi

 

Almeno sette colpi in un mese e mezzo, per un bottino di circa 1000 euro. Nel mirino tabaccherie e supermercati del nord Salento, ma non solo. Leverano, Novoli, Carmiano, Copertino, San Cesario, per poi arrivare anche nel capoluogo. Prima a bordo di una Fiat Punto grigia, poi di una Toyota Aygo dello stesso colore. Erano queste le autovetture utilizzate da R. M., 25enne a suo tempo coinvolto in una rissa, e L. G., studente universitario incensurato di 19 anni, entrambi di Veglie.

Ci sarebbero anche loro fra i componenti della cosiddetta «banda della Aygo», che dal 25 settembre ha messo a segno ben quattro assalti in tre esercizi commerciali.

Lo avrebbero confessato ai carabinieri della compagnia di Campi Salentina, che nella serata di venerdì li hanno posti in stato di fermo con l’accusa di rapina reiterata in concorso, aggravata dall’uso delle armi.

Cinque in tutto i colpi di cui R.M. avrebbe riconosciuto la paternità, soltanto tre invece quelli confessati da L.G.. Le prime tre rapine sarebbero state perpetrate dal 14 al 16 agosto: in quelle occasioni sarebbe stata utilizzata una Fiat Punto grigia, di proprietà del nonno di L.G.. A partire dal 25 settembre, invece, è stata utilizzata una Toyota Aygo, risultata essere stata rubata a Carmiano appena cinque giorni prima.

Ma pare che R.M. e L.G. non abbiano agito sempre da soli. Gli investigatori hanno infatti individuato un terzo complice, di cui si conoscono le generalità ma che ancora non è stato rintracciato. Per lui, intanto, è scattata una denuncia a piede libero.

Ma come hanno fatto i carabinieri ad arrivare ad identificare i due giovani? Tutto è iniziato subito dopo l’ultima rapina compiuta venerdì sera, ai danni del supermercato Pam di Leverano.

Il copione, sempre lo stesso: in due, travisati da passamontagna, pistola in pugno, fuggono a bordo della citycar. Bottino scarso, appena 250 euro. I carabinieri della compagnia di Campi salentina, convinti che il supermercato fosse un obiettivo sensibile, stavano monitorando la zona con la presenza di tre pattuglie, composte da militari in borghese, ed altre due di istituto che controllavano i territori confinanti.

Prima il monitoraggio degli uomini dell’Arma, poi le segnalazioni dei residenti del centro storico di Leverano. La Aygo era lì, in via Catone, parcheggiata insieme alle altre auto. I militari si sono appostati per alcune ore, per capire come entrare in azione, finchè poco dopo le 20 non hanno visto arrivare R.M. che stava per entrare in macchina. All’interno dell’auto, gli investigatori hanno trovato il cassetto di un registratore di cassa, che dovrebbe appartenere a quello del supermercato rapinato qualche ora prima. Due passamontagna, ricavati da alcuni maglioni di lana. Ma soprattutto, due pistole: un’arma giocattolo, priva del tappo rosso, ancora conservata in una scatola. Ed una pistola scacciacani, simile ad una beretta, ossia a quella data in dotazione ai carabinieri.

A quel punto, R.M.  è stato accompagnato in caserma ed interrogato dai militari. Le sue dichiarazioni hanno permesso ai carabinieri, intorno alle 21.30, di bussare alla porta di L.G..

Contro di loro, ci sarebbero anche i nastri della videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali, che li avrebbero immortalati durante le rapine. Il pubblico ministero di turno, Giovanni Gagliotta, ne ha disposto il fermo, non potendo procedere all’arresto per mancanza della flagranza.

L’interrogatorio di convalida è fissato per domani mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari Alcide Maritai. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Vito Quarta e Claudio Di Candia.

 

 

 Il primo colpo messo a segno alla vigilia di Ferragosto

Militari a caccia di tracce per ricostruire altri «casi»

 

Dal 14 agosto al primo ottobre. Sette i colpi di cui gli inquirenti ritengono responsabili R.M. e L.G.. Ma in queste ore gli investigatori sono al lavoro per verificare se i due giovani possano aver avuto un ruolo anche nelle altre rapina verificate negli ultimi tempi nelle varie zone del Salento.

La Toyota Aygo, finita sotto sequestro, è stata analizzata a lungo dai carabinieri della sezione rilievi del reparto operativo, agli ordini del tenente colonnello Salvo Gagliano. I militari sono a caccia di tracce, impronte, qualsiasi elemento utile per ricostruire con esattezza episodi criminali ed eventuali altri componenti della «banda».

Il primo colpo risale alla vigilia di Ferragosto. Sono scesi da una Fiat Punto grigia i due rapinatori che, a volto coperto, hanno fatto irruzione nella tabaccheria che si trova al civico 2 di via Fratelli Bandiera, a Carmiano, di proprietà di Antonio Pati . Questo è uno dei tre ammessi da L.G.. Bisognerà attendere circa 48 ore perché l’utilitaria ricompaia per mettere a segno due rapine ai danni di altrettante ricevitorie. La prima a Novoli, in via Madonna del pane 38, nella tabaccheria di proprietà di Vito Norberti. È l’unico episodio che entrambi gli arrestati sostengono di aver messo a segno insieme. Così come si tratta dell’unico caso in cui i due giovani non indossarono alcun passamontagna ma soltanto occhiali da sole. Bottino più che esiguo, solo 50 euro.

Dopo alcune ore avrebbero visitato un’altra tabaccheria, questa volta a Copertino, in via Cosimo Mariano 81, nella rivendita di Cosima Pagano Zizzari. Si sarebbero finti clienti per arraffare poche centinaia di euro. Poi una lunga pausa, fino al 25 settembre, quando compare la Aygo rubata a Carmiano qualche giorno prima. Travisati con passamontagna ed armati di pistola, due banditi rapinarono il supermercato Pam di Leverano. Quattro giorni dopo si sarebbero spostati a Lecce, per prendere di mira il supermercato «Dì per dì» che si trova in via De Rosis. Infine, venerdì, doppio colpo. Alle 7.30 del mattino ai danni della tabaccheria di via Dante a San Cesario. Qui il bottino più consistente, circa 400 euro. Poi, alle 17, sono riusciti a portar via 250 euro ancora una volta al Pam di Leverano.

 

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