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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Lunedì 17 Maggio 2010 (di Fabiana Pacella)

Il veicolo impatta contro un albero di ulivo: vittima un operaio 30enne, illeso l'amico

Col Suv contro un ulivo, muore tra le lamiere

La tragedia sabato notte dopo una serata al pub

 

VEGLIE - Giuseppe Pisanò, 30 anni, di Veglie è l'ultima vittima dell'asfalto nel Salento in una settimana decisamente nera sul fronte delle strade: dati da bollettino di guerra parlano di 4 decessi in una manciata di giorni.

Ancora pochi chilometri, non più di cinque, sabato notte e Giuseppe sarebbe arrivato a Torre Lapillo, frazione di Porto Cesareo insieme all'amico e coetaneo Matteo Gennachi, vegliese anche lui, che gli sedeva accanto nell'auto che lo ha poi intrappolato mortalmente. Un Suv comprato da 10 giorni, un Ford Kuga grigio di cui la vittima, operaio alla Igeco di Lecce, era orgogliosa e del quale ha perso improvvisamente il controllo andandosi a schiantare contro un grosso albero d'ulivo, apertosi in due in seguito all'impatto

Giuseppe Pisanò e Matteo Gennachi avevano trascorso la serata al pub "Verlaine" a Veglie, sulla via per Salice, dov'erano soliti incontrare gli amici e chiacchierare davanti a una birra e un pizza; avevano visto in tv una partita di calcio e poi avevano pensato bene di continuare il sabato sera al mare, dove però non sono mai arrivati.

Poco prima dell'una, sulla strada che da Monteruga conduce alla località balneare, all'incrocio con la Torre Lapillo-San Pancrazio, è accaduto il peggio.

 Facile immaginare la strada due amici. Usciti da Veglie avranno imboccato la circonvallazione che si trova proprio vicino a via Salice, svoltando a destra rispetto all'uscita del pub, poi un rondò e ancora a sinistra sulla via per San Pancrazio-Torre Lapillo.

Un incrocio a "T", a raso, senza illuminazione e pericoloso, quello. Te lo trovi di fronte di botto, con macchine che ti arrivano praticamente addosso da sinistra dove peraltro c'è una terribile curva strettissima, mentre a destra e di fronte un'immensa distesa di alberi d'ulivo.

Per cause che i carabinieri del Norm della Compagnia di Campi, intervenuti l'altra notte, stanno cercando di ricostruire con esattezza, l'operaio sarebbe giunto su quel crocevia senza neanche accorgersene, passandolo da parte a parte fino ad uscire fuori strada e schiantarsi contro il tronco secolare. La Kuga è diventata un cumulo di ferraglia accartocciata, Giuseppe è morto praticamente sul colpo ucciso da ferite e traumi gravissimi. Matteo invece che ha visto davanti a sé la morte, sfiorata di poco, e ha visto l'amico accanto chiudere gli occhi per sempre: lui invece è rimasto miracolosamente illeso.

E' stato proprio Matteo a chiedere aiuto attivando col telefono cellulare la macchina dei soccorsi. In breve sul posto sono arrivati i sanitari del 118 dell'ospedale di Copertino e della "Vivi Bene" di Salice, oltre ai carabinieri ed ai vigili del fuoco del vicino distaccamento. A questi ultimi è toccato il compito di estrarre il corpo della vittima dall'abitacolo. Inutile ogni tentativo di aiutare Giuseppe Pisanò, per lui non c'era più nulla da fare. I responsabili dell'agenzia "San Giovanni" di Veglie hanno riposto il suo corpo privo di vita in una fredda bara.

Poi la cosa più difficile: avvisare i familiari dell'operaio. Il giovane viveva in un'abitazione al civico 28 di via Bari, aveva due sorelle e una giovane mamma già duramente provata dalla vita. Sette anni fa infatti era rimasta vedova, il papà di Giuseppe è scomparso prematuramente in seguito ad una terribile malattia.

Fabiana Pacella

Il ricordo degli amici

Il dolore in rete: messaggi su Facebook

 

VEGLIE - Lacrime anche su Facebook per Giuseppe Pisanò. Gli amici hanno voluto testimoniare il dolore, la rabbia e l'incredulità anche sulla bacheca del loro Pinuccio che da ieri non c'è più.

Scrive Luca: «Tra un milione di pensieri per tanti momenti trascorsi insieme, uno solo dà un lieve conforto: la speranza che lassù hai riabbracciato il tuo caro papà! ciao Pinù».

Dino dice di essere «rimasto pietrificato», Roberta si rifiuta di «accettare questa realtà....non ci sembra vero...il tuo ricordo rimarrà vivo in mezzo a noi e nei nostri cuori...proteggici...ciao giuseppe...ci mancherai!».

Anche per Andrea è «difficile accettare la realtà ma è successo. Sarai con noi in ogni momento e ti sentiremo vicino come hai sempre fatto con tutti i tuoi amici».

I messaggi sulla bacheca compaiono accanto ad una foto di Pinuccio in bicicletta mentre si cimenta in una prova di mountain bike.

Uno dei messaggi più accorati è quello di Gloria: «Giuseppe non ci posso credere...perchè proprio a te!!! Il dolore è troppo...ma voglio ricordarti sorridente e felice... Che divertimento insieme ..capodanno... il tuo compleanno. Sono ricordi che porterò sempre nel mio cuore!!! ti....prego solo di continuare a dare forza a tua madre, Angela e Vito e anche un po a me!».

In tanti hanno scritto. Danilo ricorda «le partite a calcetto che non saranno più come prima»; per Giuseppe la tragica scomparsa di Pinuccio «ha lasciato un misto di rabbia, tristezza, sconforto e dolore»; Diego è stato un compagno di classe: «Un'amicizia nata tra i banchi di scuola e che non finirà mai. Fa buon viaggio amico mio».

Per tutti la morte di Pinuccio lascia un vuoto. Scrive Andrea: «Sei stato e sarai una bella persona. Ci mancherai». Un altro amico che pure lui fa di nome Andrea, aggiunge: «ti ricorderò per sempre come una persona splendida e solare».

C'è anche il messaggio di Gatto nero: «Pinuccio, il gatto che ti ha visto crescere stagione dopo stagione, oggi è triste, ricorderà sempre il tuo sorriso, la tua educazione ed il grande rispetto. Ciao beddhru».

 

Chi era

Quella vettura comprata da pochi giorni

 

VEGLIE - Giuseppe era un ragazzo tranquillo, e non è retorica come si potrebbe pensare di primo acchito. «Lo ricordo ancora col pensiero a qualche anno fa - racconta Lorenzo, suo compaesano di qualche anno più grande -. Girava per le vie del paese a bordo di una bicicletta. Ci ritrovavamo di quando in quando in piazza o nei locali pubblici, davvero un ragazzo come tanti senza grilli per la testa, una vita normale. Poi qualche giorno fa ho visto quel nuovo suv fiammante per le vie del paese, mi sono sentito suonare - continua il ragazzo - mi sono girato a vedere e ho riconosciuto Giuseppe, aveva comprato quell'auto da una decina di giorni, non di più».

Un ragazzo come mille altri insomma, uno di quelli del gruppo di "Verlaine", - uno dei pub che sorgono in paese, frequentato da ragazzi di tutte le età e che ieri sera, stranamente, è rimasto con le porte serrate. Giuseppe Pisanò viveva con la mamma e le sorelle nell'abitazione di via Bari, traversa di via Fratelli Bandiera, dietro ad una delle farmacie del paese. Una famiglia decisamente provata da quando il padre era scomparso, qualche anno fa: era un operaio della Igeco anche lui, il suo posto di lavoro era poi passato al figlio 30enne.

F. Pac.

 


Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 17 2010

Un altro week end di sangue

Fuori strada col Suv, muore nello schianto contro un albero di ulivo

 

VEGLIE - Un'altra domenica di lutto sulle strade della provincia. E' di un morto ed un ferito, fortunatamente lieve, il bilancio del terribile incidente stradale verificatosi nella notte fra sabato e domenica a ridosso dell'incrocio fra la marina di Porto Cesareo, Torre Lapillo, e la strada per San Pancrazio Salentina.

Fra le lamiere del suo Suv nuovo di zecca, ha persola vita un giovane operaio della Igeco, Giuseppe Pisanò, trent'anni, di Veglie.

L'amico ferito, pure lui operaio di Veglie, è Matteo Gennachi, di ventinove anni. Nell'incidente ha riportato solo la sospetta frattura del braccio destro e qualche forte contusione, e dopo le cure ricevute dai sanitari dell'ospedale di Copertino è stato dimesso con una settimana di prognosi, al termine della quale dovrà tornare in ospedale per una visita di controllo.

Ancora da chiarire le cause dell'incidente, che oltre alla vettura della vittima, una Ford Kuga, non ha coinvolto altri automezzi.

Stando alle prime indagini svolte dai carabinieri della stazione vegliese e del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di riferimento, quella di Campi Salentina, la velocità sostenuta dovrebbe aver avuto il suo peso.

Come che siano andate le cose, poco prima dell'incrocio di cui s'è detto, lo sfortunato operaio deve aver perso il controllo del mezzo che, uscito di strada, senza più governo, è andato a schiantarsi contro uno degli alberi di olivo che costeggiano la carreggiata.

A causa dell'impatto, assai violento,Giuseppe Pisanò ha battuto il capo contro lo sterzo, e nonostante l'apertura degli airbag, è purtroppo morto sul colpo.

Gli airbag devono aver invece salvato la vita al suo compagno di viaggio forse solo perché davanti non aveva un ostacolo come il volante, contro il quale sbattere.

Contro l'olivo, la parte anteriore del Suv si è accartocciata, e non appena è riuscito ad abbandonare l'abitacolo. Matteo Gennachi ha dato l'allarme ai numeri d'emergenza 118 e 112, e subito dopo ha cercato di prodigarsi per l'amico.

Ma per il trentenne non c'era ormai più niente da fare, ed i sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare l'avvenuto decesso.

Su disposizione del magistrato, il sostituto procuratore Maria Cristina Rizzo, il cadavere dell'operaio è stato trasferito nell'obitorio dell'ospedale «Vito Fazzi» di Lecce, dove questa mattina il medico legale Roberto Vaglio, eseguirà l'autopsia.

Per ordine dello stesso magistrato, la Ford Kuga è stata posta sotto sequestro ed affidata in custodia giudiziaria ad un'autocarrozzeria di Porto Cesareo.

 

Dopo la partita un «giro» fino a Torre Lapillo

Il personaggio: un meccanico affidabile con la passione per il pallone

 

VEGLIE - Prima del terribile incidente, vittima e ferito erano stati in un bar di Veglie. In televisione avevano seguito la partita di calcio Milan-Juventus, e prima di decidere sul prosieguo della serata, si erano trattenuti per commentarla.

Ad un certo punto, Giuseppe Pisanò aveva espresso il desiderio di fare una passeggiata a Porto Cesareo, non tanto per vedere la marina, che conosceva a menadito perché mèta di villeggiatura, quanto per guidare la sua nuova auto, una Ford Kuga acquistata solo da un paio di settimane. A lui si era unito solo Matteo Gennachi, e con questi, si era spinto sino a Torre Lapillo.

A Veglie, la notizia del drammatico incidente è rimbalzata in men che non si dica, e  sul posto si sono recati gli amici rimasti nel bar e qualcuno fra i parenti.

Orfano di padre, del quale alla Igeco aveva continuato il lavoro di meccanico, lo sfortunato operaio viveva con la madre e la sorella.

In paese era conosciuto come un  giovane con la testa sulla spalle, gran lavoratore ed amico leale e sempre disponibile.

Aveva l'hobby del calcio, che di tanto in tanto praticava proprio con gli amici, e tifoso del Lecce, seguiva spesso le partite allo stadio comunale di via del Mare ed alla tv quelle della grosse squadre come Inter, Milan e Juventus.

I funerali si svolgeranno domattina nella sua Veglie, e più esattamente nella chiesa madre, dove verranno celebrati dal parroco don Amelio De Filippis.

Per via della ricognizione cadaverica prevista per oggi nella tarda mattinata nell'obitorio dell'ospedale di Lecce, ai familiari la salma verrà restituita solo in serata.

 


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