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Troppe ombre sul delitto del clochard. L'appello della mamma, l'azione dei legali

«Mio figlio è stato ammazzato. Le indagini vanno riaperte»

L’omicidio di Mimmo Quarta è avvenuto nel giugno del 2006 a Pomezia Il cadavere fu bruciato

Cosimo Quarta (la vittima)

VEGLIE - Troppe ombre su un omicidio archiviato troppo in fretta senza un colpevole. E adesso i famigliari di Cosimo Quarta, detto Mimmo, di Veglie ucciso a 39 anni, a bastonate e poi dato alle fiamme in un sottoscala di Pomezia.

«Ho bisogno di sapere chi ha ucciso mio figlio e perchè lo ha fatto» ripete la mamma del giovane, Immacolata Caputo, che a Pomezia viveva da clochard, senza una dimora fissa.

L’omicidio risale al giugno del 2006. L’autopsia accerta che Mimmo Quarta è stato picchiato, colpito con un corpo contundente fino alla morte. Poi il cadavere è stato dato alle fiamme. Forse, quella notte, ci fu un litigio degenerato oppure qualcuno importunò il clochard leccese.

Dall’inizio nelle indagini era entrato un 47enne di Pomezia, che subito dopo l’omicidio era stato rintracciato non molto lontano dal luogo del rinvenimento del cadavere. Gli amici di Mimmo fanno mettere a verbale che l’uomo in passato lo aveva picchiato e minacciato. Vengono avviate anche intercettazioni telefoniche. Ma non emergono indizi e la Procura ottiene l’archiviazione del fascicolo.

I legali della famiglia Quarta, gli avvocati Antonio Poci e Pompilio Faggiano a breve chiederanno la riapertura delle indagini, non escludendo la riesumazione del cadavere sepolto nel cimitero di Veglie.

«Stiamo seguendo una pista investigativa nuova - spiegano i legali - diversa da quella battuta dagli investigatori e che cambierebbe totalmente la lettura del movente del delitto. Intendiamo creare le condizioni che ci consentano di riaprire questo caso di omicidio ancora senza un colpevole e consentire alla famiglia di Mimmo di ottenere giustizia. La madre lo reclama a gran voce».