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Dal Quotidiano di Lecce e dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 31 Luglio 2001

Quotidiano di Lecce

 

Sulla Copertino-S. Isidoro si schianta il gestore dell'Api di Torre Lapillo

Ucciso dalla "curva maledetta"

Poco prima aveva lasciato il distributore e s'era allontanto con la moto. Doveva andare in banca e poi dal padre Fioravante, ma non ha fatto in tempo. I1 destino l'ha fermato sulla Copertino-Sant'Isidoro. Giuseppe De Paolis, 53 anni, che abitava in via Giotto a Copertino e mandava avanti, assieme alla famiglia, la stazione di servizio Api di Torre Lapillo, è morto sulla strada. E' rimasto ucciso in un tenibile incidente.

Erano circa le 12,30 quando l'uomo, smessa la tuta da lavoro e indossato il casco, è salito sulla sua Suzuki 400. «Ci vediamo tra poco a casa...», ha gridato mentre s'allontanava alla moglie Giuseppa Carrafa e ai figli Massimo e Florinda che l'aiutavano nella gestione dell'attività. Erano tutti lì, come ogni giorno. «Stavano sempre insieme -, ricorda Gianna Calcagnile, nipote della vittima- erano davvero uniti». Ha percorso alcuni chilometri, un tratto dritto, e poi la maledetta curva, quella che ha già ammazzato altre volte: l'anno scorso una ragazza di venticinque anni su una Peugeot e poi un anziano. Un lutto dopo l'altro.

Lui all'uscita di quella curva - e le ragioni sono ancora da accertare - ha perso il controllo dello scooter che ha cominciato a sbandare ed è finito contro il palo dell'unico cartello della segnaletica che c'è nella zona. I1 colpo è stato tremendo: gli ha provocato un trauma toracico che gli è stato fatale. L'imprenditore è stato quindi sbalzato a terra.
I soccorsi sono scattati immediatamente, portati dai passanti che si sono trovati davanti la scena straziante: quell'uomo, da solo, agonizzante, riverso sull'asfalto arroventato dal sole che picchiava. Tra i primi a prestargli aiuto alcuni automobilisti, ma anche un medico e infermieri in transito. Che hanno chiamato subito l'ambulanza, e il malcapitato, che era in condizioni disperate, è stato trasportato all'ospedale di Copertino. Però era già deceduto. Ormai non c'era più niente da fare per strapparlo alla morte.

Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Lecce e la polizia municipale. I vigili hanno cercato di ricostruire l'accaduto e di capire il motivo della tragedia: per il momento però
non ci sono spiegazioni.

I suoi hanno saputo più tardi e sono corsi prima sul luogo
della sciagura: «E' rimasto gravemente ferito», è stato detto loro. E poi al pronto soccorso dove, alla paura che già saliva
e riempiva l'animo, è arrivata la conferma della disgrazia.

«Era buono di cuore - afferma il sindaco di Copertino, Pierluigi Pando - Eravamo amici, oltre al fatto che era un
mio "compare" dato che ho cresimato la figlia. Era dedito alle sue attività: non solo si doveva occupare del distributore di carburanti, che aveva ereditato, ma era anche titolare di una piccola ditta edile». Così, quando serviva, si rimboccava le maniche e diventava pure muratore e carpentiere.

"E pensare - mormora uno zio - che qualche mese fa anche il figlio Massimo ha rischiato la vita su quella strada. Per poco s'è salvato...». Era aprile e il giovane, che ha 24 anni, si è schiantato nello stesso punto. Era sulla stessa moto. I1 ragazzo l'ha scampata, suo padre no.

di Se.Gian.


Urla strazianti nell'area di servizio 

«Una famiglia unita, che dramma»

 

 

TORRE LAPILLO - Erano da poco passate le 13, ieri, quando una Y10 si è fermata nello spiazzo del distributore
di benzina, "Api" situato sulla San Pancrazio-Torre Lapillo, dopo il primo incrocio all'ingresso della marina, di proprietà di Giuseppe De Paolis. E' sceso qualcuno dall'auto e la piazzola di sosta, allegra ed accogliente nei suoi dettagli giallo-verdi, è divenuta teatro di scene strazianti. Abbracci, lacrime, grida, smarrimento...

 

Non c'erano clienti che chiedevano il pieno, nella Y10, ma
amici e parenti, giunta di corsa a dare la notizia del terribile incidente ai familiari di Giuseppe. Ed ecco la tragedia irrompere improvvisa su un'intera famiglia in un giorno di lavoro come tanti. «Giuseppe era fratello di mia cognata - bisbiglia una donna dall'uscio di un'abitazione al civico
61, di fronte al distributore - , lo conoscevamo tutti...non è possibile». La vicina si passa una mano tra i capelli agitandosi in un abitino jeans chiaro: «La famiglia De Paolis abitava qui ormai da oltre 40 anni - dice - da quando, con l'occupazione dei terreni dell'Arneo, il padre di Giuseppe aveva ottenuto il suo appezzamento e ci era venuto a vivere con moglie e figli». Poi anni di duro lavoro e finalmente quel distributore di benzina, il sogno di una vita, ereditato da Giuseppe De Paolis, che lo gestiva con l'aiuto della moglie Pina e dei figli Massimo di 24 anni, e Florinda, la minore. «Non so bene, cosa sia successo, so solo che è morto - ripete smarrita la vicina di casa -. Lo avevo visto ieri sera. Come è possibile morire così? Una famiglia distrutta...erano persone tranquille e molto unite tra loro. Tutte le sere, dopo il lavoro, si riunivano a far baldoria sotto un gazebo e adesso...»

 

Conosciutissimi a Torre Lapillo, che specie di inverno conta
una manciata d'anime, i De Paolis vi si erano ormai stabiliti definitivamente e raggiungevano Copertino, loro paese d'origine, solo saltuariamente. Come ieri. Giuseppe aveva da sbrigare un po' di faccende e di prima mattina aveva lasciato la marina a bordo dello scooter di suo figlio. Al distributore come sempre, Pina e Florinda. Identiche, madre e figlia, brune e magroline, capelli raccolti e marsupio in vita. Ma dal primo pomeriggio di ieri l'esercizio è rimasto chiuso. «Lutto di famiglia», queste le poche parole stampigliate in nero sui foglietti affissi frettolosamente alle
colonnine e alle pareti del cerchietto interno.

 

di Fabiana Pacella


Gazzetta del Mezzogiorno

 

Tragedia sulla via per Torre Lapillo

Un motociclista finisce contro un palo

Altre vittime della strada, nel Salento. E si allunga la catena di lutti. Tutta colpa, forse, di un attimo di distrazione. Si è conclusa contro un palo della segnaletica stradale la vita di un giovane imprenditore. Erano da poco passate le dodici e trenta, ieri, quando Giuseppe De Paolis, 52 anni, sposato e padre di due figli, percorreva a bordo della sua moto Suzuki 400 la provinciale Copertino-Sant'Isidoro in direzione della località balneare. Una strada molto familiare dal momento che era solito transitarla per raggiungere Torre Lapillo dove, insieme con il padre, gestiva un impianto Api. A Copertino, «Pippi», come lo chiamavano tutti affettuosamente, si era recato come di consueto per depositare in banca l'incasso di sabato e domenica della stazione di servizio. Preferiva svolgerlo lui questo compito da quando suo padre fu rapinato con l'incasso proprio su questa stessa strada. Ma torniamo all'incidente. Appena imboccata l'ultima curva, prima dell'incrocio Leverano-Nardó, lo sfortunato motociclista sembra che abbia perso il controllo della moto sicchè ha dapprima strisciato per una decina di metri lungo il guardrail, poi ne ha percorsi altrettanti lungo lo sterrato ai bordi della strada ed ha terminato la corsa schiantandosi mortalmente contro il palo della segnaletica stradale.
Insomma, una rocambolesca quanto tragica sequenza che si è conclusa sotto gli occhi increduli di alcuni automobilisti che sono sopraggiunti dopo qualche attimo dalla rovinosa caduta.
I soccorsi, infatti, sono stati tempestivi. Visto il corpo riverso sull'asfalto, gli automobilisti di passaggio hanno avvisato immediatamente l'unità operativa di Pronto soccorso di Copertino.
Il motociclista è stato quindi trasportato da un'ambulanza, ma appena giunto in ospedale i medici non hanno potuto fare altro che diagnosticare il decesso. A De Paolis, infatti, veniva riscontrato lo sfondamento del torace dovuto al violento urto contro il palo, e il conseguente arresto cardiaco, oltre a fratture multiple al braccio destro. Sul posto sono giunti i Vigili urbani di Copertino al comando del maresciallo Franco Renis per i rilievi del caso.
Giuseppe De Paolis era molto noto in città per la sua giovialità che lo rendeva simpatico ad una vasta cerchia di amici. Dopo aver svolto per anni l'attività di carpentiere, ora gestiva insieme con il padre una stazione di servizio a Torre Lapillo, località dove abitava. Ma a Copertino, tuttavia, tornava spesso per ragioni di lavoro. Era solito ogni giorno, con la moto, percorrere più volte i pochi chilometri che separano Copertino da Torre Lapillo: un tragitto che comunque non gli pesava, anche perché doveva spesso sbrigare varie faccende in paese. E ne approfittava per vedersi con parenti ed amici. Ieri, al momento dell'incidente, stava facendo appunto ritorno alla sua stazione di servizio.


di Donatella Coppola
Giovanni Greco

Dal Quotidiano di Lecce di Sabato 11 Agosto 2001

Si schianta contro le canne raccolte per San Lorenzo

TORRE LAPILLO - Passeggiava per le vie di Torre Lapillo in tutta tranquillità rombando a bordo della sua grossa moto. All'improvviso però, da una stradina laterale, "è sbucato un fascio di canne", lungo lungo e non ha avuto il tempo di frenare che è stato colpito al volto. E' successo nel primo pomeriggio di ieri ad un giovane centauro, M. S. di 20 anni di Guagnano. Sia chiaro, quel fascio di canne recise per poi diventare qualche ora più tardi legna da ardere nel falò di San Lorenzo, non viaggiavano proprio da sole. Erano infatti portate in spalla da due ragazzi a bordo di uno scooter che sicuramente non avevano preso bene le misure prima di svoltare ed immettersi sulla strada in cui transitava il ragazzo di Guagnano. E così il malcapitato si è sbattuto contro i fusti. Gli si sono rotti gli occhiali da sole e si è ferito in prossimità di un occhio, fortunatamente in maniera non grave. E' stato poi medicato al pronto soccorso mentre i due "taglialegna provetti" sono scappati via.

Dal Quotidiano di Lecce e dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 11 Agosto 2001

Quotidiano di Lecce

Finisce in dramma un tentato scippo.

In ospedale due sorelle sordomute.

L'aggressione ieri pomeriggio. Forse i banditi sono del Brindisino

TORRE LAPILLO - Le hanno raggiunte alle spalle a bordo di una grossa moto. Le hanno strattonate e trascinate sull'asfalto per scippare loro le poche lire che avevano nella borsetta. Ma il colpo è fallito e ne è nata una colluttazione. E successo ieri pomeriggio in pieno centro a Torre Lapillo, frazione di Porto Cesareo. Vittime dell'aggressione due sorelle originarie di Salice Salentino. Anna e Giuseppa Arnesano di 64 e 58 anni, nubili, entrambe sordomute. Erano all'incirca le 16.45. Le due donne in vacanza con le altre tre sorelle nella marina, avevano deciso di fare una passeggiata. Ma le malcapitate hanno avuto appena il tempo di allontanarsi qualche metro e raggiungere la centralissima via Torre che il loro tranquillo pomeriggio si è trasformato in un incubo. All'altezza della Pro loco infatti, improvvisamente sono state spinte con violenza. Dietro di loro una grossa moto, una Honda Enduro con alla guida un balordo a volto scoperto che indossava una camicia a fiori, l'aggressore. Quello ha marcato stretto le poverette, poi ha afferrato per il collo Giuseppa Arnesano servendosi di una specie di cinghia ed ha cercato di portarle via la borsa. La donna è caduta rovinosamente sull'asfalto. E' stata trascinata per diversi metri ma il ladro, incurante, continuava ad accelerare sperando che quella finalmente mollasse la presa. Invece no, per terra ci è finito pure lui e la moto. Le due sorelle quindi hanno cercato di bloccarlo per quanto malconce, sferrandogli un paio di calci ed anche qualche morso. Lui però non si è lasciato intimorire e le ha picchiate con calci e pugni a sua volta per liberarsene e fuggire. L'ha spuntata. E' risalito in sella alla moto e via a tutto gas. Ma a mani vuote. Se ne sono perse le tracce, ma un passante che aveva assistito alla scena ha segnalato la targa della moto alle forze dell'ordine.

Nel frattempo Anna e Giuseppa Arnesano sono rimaste tramortite per strada. Avevano provato a chiedere aiuto, le poverine, ma nessuno dei numerosi passanti che si erano accorti di quanto accadeva le ha soccorse. Gesticolavano e lanciavano urla strozzate. Ma niente. Pochi minuti dopo l'aggressione comunque, le sorelle Arnesano conosciute a Salice per le "mani d'oro" con cui eseguono ricami di pregevole fattura, sono state soccorse dagli operatori del locale presidio medico estivo. Dopo le prime cure, le vittime sono state trasportate all'ospedale di Copertino dove i sanitari hanno medicato loro alcune escoriazioni. Anna Arnesano ha potuto fare ritomo a casa poco dopo, mentre Giuseppa è ricoverata per una frattura alla clavicola. Sul posto sono intervenute una pattuglia della "Velialpol", un'unità del Nucleo radiomobile della compagnia di Campi ed una segnalazione è stata fatta anche ai carabinieri di Porto Cesareo. Al momento stando alle prime indiscrezioni,
l'aggressore potrebbe essere di Torre Santa Susanna - nel Brindisino - e forse con lui c'era anche un complice che però si sarebbe dileguato a piedi.

di Fabiana Pacella


Gazzetta del Mezzogiorno

 

Coppia di sorelle aggredita dagli scippatori

Malmenate due sordomute

Finiscono in ospedale dopo una strenua difesa

TORRE LAPILLO -  Due sorelle sordomute sono state aggredite e malmenate nel corso di uno scippo. È successo ieri pomeriggio a Torre Lapillo, proprio di fronte al Pronto soccorso estivo della marina.
Giuseppa e Anna Arnesano, rispettivamente di 64 e 58 anni, conosciute in paese per essere ottime sarte, si stavano recando in chiesa percorrendo la strada che costeggia il punto di primo soccorso quando due giovinastri a bordo di una motocicletta si sono avvicinati alle loro spalle e hanno strappato la borsetta ad una delle due donne.
Ma la vittima non ha mollato la presa, ha strattonato lo scippatore facendolo cadere dalla moto e lo ha anche morso.
Furiosa la reazione dei malviventi, che hanno aggredito le sorelle. E uno dei due, per far suo il bottino, ha sferrato diversi pugni sul volto della proprietaria della borsetta.
Il parapiglia si è svolto sotto gli occhi increduli dei passanti che non hanno capito da subito ciò che stesse succedendo.
Poi è stato immediatamente richiesto l'intervento delle forze dell'ordine e dei sanitari. Le due donne hanno riportato diverse escoriazioni e contusioni medicate all'ospedale di Copertino, dove è tuttora ricoverata la maggiore delle due sorelle.


di Donatella Coppola

Preso lo scippatore (13/8/01)


 

 

 

 

 

 

Dal Quotidiano di Lecce e dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 13 Agosto 2001

Quotidiano di Lecce

Preso lo scippatore delle due turiste sordomute

 

TORRE LAPILLO - Le forze dell'ordine gli stavano alle calcagna da venerdì pomeriggio, da quando aveva messo a segno uno scippo ai danni di due anziane turiste sordomute a Torre Lapillo. Ma lui, Salvatore Lacava, 30enne di Torre Santa Susanna (nel Brindisino) volto noto della malavita locale, aveva le ore contate. L'uomo infatti è stato tratto in arresto ieri mattina dopo aver cercato invano di rendersi irreperibile negli ultimi giorni.

 

A tradirlo sono stati soprattutto le preziose testimonianze fornite agli inquirenti da alcuni passanti che avevano assistito all'aggressione consumatasi nel centro abitato della marina jonica. Intorno alle 17 di venerdì, infatti, Anna e Giuseppa Arnesano di 64 e 58 anni, sarte originarie di Salice Salentino, sono state avvicinate da Salvatore Lacava che viaggiava a bordo della sua moto, una Honda Enduro, mentre camminavano a piedi sul corso. Nel tentativo di strappare loro la borsetta, l'uomo le ha dapprima spinte e poi trascinate a lungo sull'asfalto cadendo lui stesso dal mezzo. Ne è nata una colluttazione tra i tre in seguito alla quale il bandito è riuscito a fuggire e le malcapitate, prontamente soccorse, sono state trasportate all'ospedale di Copertino dove sono tuttora ricoverate con prognosi di 5 e 30 giorni per aver riportato rispettivamente lesioni varie e fratture alla clavicola.

 

Ma un altro turista del posto, testimone dello scippo, aveva segnalato telefonicamente la targa della motocicletta ai carabinieri. È subito scattata così la caccia all'uomo e poche ore dopo l'accaduto Salvatore Lacava era già stato identificato, ma di lui si era persa ogni traccia. Ieri mattina alle 7, i carabinieri della stazione di Porto Cesareo diretti dal maresciallo Antonio Casciaro, in collaborazione con i colleghi di Torre Santa Susanna e della compagnia di Campi Salentina, hanno bussato alla porta dell'abitazione del pregiudicato in piazza Umberto I. L'uomo, restio ad aprire, ha dapprima finto di non essere in casa e poi di essere ancora a letto.Ma i suoi tentativi sono stati vani. I militari hanno fatto irruzione nell'appartamento dove tra l'altro, nel vano sottoscala, è stata rinvenuta la Enduro utilizzata per mettere a segno lo scippo visibilmente ammaccata nonché tre bossoli di mitraglietta da guerra "MG".

 

di F. Pac.


Gazzetta del Mezzogiorno

 

In manette lo scippatore delle sorelle sordomute

 

TORRE LAPILLO -  E' stato arrestato dai carabinieri, il malvivente che venerdì scorso nella marina di Torre Lapillo, mise a segno uno scippo ai danni di due sorelle sordomute di Salice, Anna e Giuseppa Arnesano, di 58 e 64 anni.
Si tratta di un giovane di Torre Santa Susanna, Salvatore Lacava, di 22 anni, già noto alle forze dell'ordine per furto ed estorsione. Dopo due giorni di ricerche, è stato ammanettato ieri mattina a prima ora nella sua abitazione di Torre Santa Susanna, dove vive da solo.

Lì, i militari delle Stazioni di Porto Cesareo, Torre Santa Susanna e del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Campi Salentina, lo avevano cercato sin dalla mattina successiva allo scippo. Ma nel caso che qualcuno lo avesse riconosciuto, evidentemente per precauzione, il brindisino deve aver pensato bene di tenersi alla larga dalla propria abitazione. Poi, ieri notte, sentendosi forse sicuro di averla fatta franca, vi ha fatto ritorno. Ed i carabinieri di nuovo lì ad attenderlo, già alle prime luci dell'alba, pronti a stringergli le manette ai polsi.
Qualche ora dopo lo scippo, per altro neppure riuscito, giacché le due sorelle avevano reagito, gli uomini dell'Arma erano già risaliti all'autore, perché qualcuno tra i testimoni oculari dell'assalto, era stato pronto a rilevare i numeri di targa della moto - una Honda 650 enduro - a bordo della quale aveva agito il malvivente. Dai numeri di targa, poi, gli stessi militari erano risaliti al proprietario, e dunque all'abitazione di Torre Santa Susanna.
Ad incastrare Salvatore Lacava - che allorché i carabinieri hanno bussato alla porta della sua casa, aveva tentato di convincerli che il giorno dello scippo la moto l'aveva anche prestata - i segni lasciatigli su un braccio da una delle due sorelle. Al momento dello scippo, infatti, le due avevano reagito, ed una di loro aveva anche morsicato l'aggressore. Che per questo era pure caduto dalla moto. A loro volta finite sull'asfalto con la borsetta tenuta ben stretta, Anna e Giuseppa Arnesano erano rimaste ferite: trasportate in ospedale, a Copertino, la prima era stata dimessa con una prognosi di cinque giorni e la seconda trattenuta in reparto per la frattura della clavicola, che forse oggi stesso le verrà operata

 

Articolo sullo scippo (11/8/01)


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