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Dal Quotidiano di Lecce di Sabato 1 Dicembre 2001

Torre Lapillo:

una bomba e un incendio 

 

 

Bomba nella notte, distrutta una villetta

 

TORRE LAPILLO - Una telefonata anonima al 112 per segnalare che dalle parti di Porto Cesareo, giovedì, nel cuore della noptte si era sentito un boato infernale. Ed effettivamente una deflagrazione c'era stata ed anche piuttosto violenta, tanto da distruggere il piano terra di una  abitazione al civico 38 di via M3, sulla litoranea che collega la marina alla vicina frazione di Torre Lapillo. Una villetta a due piani, di proprietà di Carmela Lombardo vedova 72enne di San Donaci, nel brindisino.  Un vero e proprio attentato dinamitardo, quello messo a segno ai danni dell'abitazione estiva della donna, utilizzando un ordigno rudimentale di potenziale medio alto.  I malviventi, nella tarda serata di giovedì, si sono introdotti nella casa della signora Lombardi passando attraverso le finestre lasciate abitualmente socchiuse dalla proprietaria. hanno agito indisturbati approfittando dell'oscurità ma soprattutto del fatto che Torre Lapillo, 

nei mesi invernali, sia quasi completamente disabitata. Così, una volta raggiunta la sala da pranzo, al  pianterreno,  gli attentatori hanno posizionato sul pavimento un cilindro contenente quasi sicuramente polvere da cava e bulloni e sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce dopo aver dato fuoco alla miccia. Intorno all'1.30 lo scoppio, micidiale, che ha divelto i cancelli esterni e gli infissi interni della villetta. Rasi al suolo ance i muri perimetrali, distrutti i mobili e le suppellettili. L'ordigno esploso ha aperto una voragine  del diametro di dieci metri ed anche il piano rialzato della casa è stato danneggiato. Sul posto,  oltre ai vigili del fuoco di Lecce, sono intervenuti i carabinieri della stazione di Porto Cesareo ed i colleghi della compagnia di Campi Salentina che hanno predisposto l'analisi dei resti dell'ordigno con ausilio della squadra prelievi. Difficile, al momento, dire se dietro l'attentato vi sia la mano del racket dell'estorsioni o se si tratti piuttosto di un avvertimento indirizzato ad un parente stretto di Carmela Lombardi. La donna infatti, proprietaria terriera vedova da cinque anni, vive da sola a San Donaci ed ha dichiarato di non aver mai ricevuto minacce di alcun genere. Ha, però, due figlie e una di queste è sposata con il comandante della Polizia municipale del Comune di San Donaci. Possibile quindi che il gesto sia in realtà un atto dimostrativo indirizzato a quest'ultimo. Gli inquirenti non escludono al momento nessuna ipotesi. I danni, ingenti ma non ancora quantificati, sono coperti da assicurazione.

di Fabiana Pacella


Brucia il chiosco di un pescivendolo: l'ombra del racket

 

TORRE LAPILLO - Certo è stata una nottata di fuoco quella tra giovedì e venerdì scorsi a Torre Lapillo. Un misterioso incendio ha infatti distrutto un chioschetto adibito nei mesi estivi, a rivendita di prodotti ittici, bibite e friggitoria situata a pochi metri di distanza dalla Torre della Marina, su una scogliera. L'esercizio, di proprietà di Cosimo Peluso, 59enne commerciante di Porto Cesareo, è stato lambito dalle fiamme divampate nel cuore della notte e spente, fortunatamente in tempo, dai vigili del fuoco di Lecce. Danneggiati gli infissi e le suppellettili all'interno del locale. Difficile dire, al momento, se alla base del rogo vi sia un corto circuito sviluppatosi all'interno del locale o se non si tratti piuttosto di un atto di matrice dolosa. Quest'ultima ipotesi risulta maggiormente plausibile in considerazione di una strana coincidenza. Esattamente sei mesi prima infatti, il 29 maggio scorso, un altro incendio aveva interessato il negozietto del signor Peluso. In quell'occasione gli inquirenti accertarono che ignoti, introdottisi all'interno dello stabile,avevano cosparso di liquido infiammabile alcuni copertoni ed avevano poi dato fuoco. Anche stavolta però, come allora, il commerciante ha dichiarato di non esser stato fatto oggetto di richieste estorsive ma l'incubo del racket aleggia comunque preoccupando tutti gli esercenti della zona. Di certo al momento si sa che la rivendita di Cosimo Peluso è abbastanza avviata, noto punto di ritrovo,nei mesi estivi, di turisti che si riversano a Porto Cesareo. Sull'episodio indagano ora i carabinieri della locale stazione ed i colleghi della Compagnia di Campi Salentina. 

 

di Fabiana Pacella

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