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Dal Quotidiano di Lecce e dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 9 Dicembre 2001

Quotidiano di Lecce

Sono incensurati i vegliesi finiti in manette

Estorsione e sparatoria: presi due operai


VEGLIE - Giovani, celibi e incensurati, di professione operai: due vegliesi sono stati arrestati dai carabinieri per tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore. Il tentativo  è fallito per l'intervento dei carabinieri, nel momento in cui gli estorsori ritiravano il pizzo: tentativo di fuga e sparatoria.

In paese, a Veglie, sono conosciuti dai più come operai, ma loro, S.L. di 25 anni, e l'amico G. S.  di 26, entrambi celibi e incensurati, da qualche tempo pare lavorassero alacremente al debutto nel mondo delle estorsioni.

Una sorta di redditizio part-time, cominciato in sordina agli inizi dello scorso novembre, quando i due - dicono le accuse - hanno preso di mira un imprenditore 45enne di San Pancrazio Salentino; nel brindisino. Fino alla serata di venerdì scorso, quando tra San Pancrazio e la marina leccese di Porto Cesareo, S. L. e G. S., in compagnia di un terzo complice non ancora identificato che è riuscito a dileguarsi, sono andati per "ritirare" la busta contenente il pizzo e ritornarsene a casa. Così pensavano. Invece c'è scappata la colluttazione con le forze dell'ordine, il tentato omicidio di due carabinieri che hanno rischiato di essere investiti, una sparatoria in strada e per finire anche il tentativo dei due giovani di farla franca dichiarandosi vittime essi stessi di rapina.

Questi i fatti. Poco più di un mese fa L. e S. avrebbero contattato telefonicamente l'imprenditore brindisino, già in passato - pare - vittima di alcuni estorsori, e senza troppi preamboli avrebbero palesato le loro richieste. Un bell'assegno di 15 milioni di lire oppure per l'imprenditore  per i suoi familiari sarebbero stati guai seri. Di primo acchito l'uomo ha pensato ad uno scherzo o almeno ci  ha sperato. Le minacce dei ricattatori però erano sempre più frequenti e pesanti, tanto da costringere la vittima a denunciare tutto ai carabinieri della stazione di San Pancrazio. Dopo qualche tempo però, il 45enne ha pensato bene di ritirare la denuncia, in parte perché qualcuno non aveva esitato a sparare alcuni colpi di arma da fuoco contro le porte della sua abitazione a scopo intimidatorio, ed anche perché le richieste  degli estorsori si erano notevolmente ridimensionate ed ha creduto che assecondandoli se ne sarebbe liberato definitivamente. Gli investigatori  avevano però messo sotto controllo il telefono dell'abitazione dell'imprenditore e intercettando le chiamate dei suoi aguzzini ne seguivano ogni movimento.

Venerdì l'epilogo della vicenda. Chiuse le trattative sulla cifra di 2 milioni di lire, l'imprenditore sanpancraziese, seguendo le direttive di L. e S., si è recato intorno alle ore 18.30 in via Umbria, alla periferia del paese. Lì, sotto un palo dell'illuminazione spento l'uomo ha abbandonato l'involucro contenente la somma e si è allontanato in fretta. Altrettanto velocemente è giunta sul posto una Peugeot 406 scura con alla guida S. L.. Accanto lui sedeva G. S., armato, e sul sedile posteriore un altro giovane. A quest'ultimo il compito di ritirare il pizzo. E a quel punto sono entrati in azione i carabinieri del luogo ed i colleghi della Compagnia di Francavilla Fontana appostati da tempo nelle vicinanze. In pochi attimi sono state scene da Far West. È nata dapprima una colluttazione. I tre estorsori sono poi riusciti a risalire in macchina fuggendo e sbalzando violentemente sull'asfalto un maresciallo della
locale stazione salito sul cofano della Peugeot per fermare gli occupanti. Il militare fortunatamente non ha riportato gravi ferite, come neanche un secondo collega, che, messosi al centro della carreggiata per bloccare quell'auto impazzita, ha rischiato di essere investito. I carabinieri hanno anche esploso alcuni colpi di pistola contro le gomme della Peugeot, ma invano. Pochi minuti ed una manciata di chilometri più tardi, alle ore19.45, L. e S., si sono presentati a piedi alla stazione dei carabinieri di Porto Cesareo, trafelati, raccontando di  essere rimasti prima vittime di un rapina sulla Avetrana-Torre Lapillo, in località "Sausari" nei pressi dello stabilimento di Riva degli Angeli. L. ha piegato di essere stato inseguito e bloccato da una Lancia Thema con a bordo tre individui armati e incappuciati che, dopo avergli tagliato la strada, costringendolo a riparare nelle campagne circostanti avevano fatto stendere lui e l'amico per terra, derubandoli dell'auto e degli effetti personali:  due telefonini cellulari ed un portafogli. 

La versione dei giovani però non ha convinto i militari che già allertati dai colleghi di San Pancrazio, li hanno fermati. Pochi minuti più tardi, S. L. e G. S. sono finiti in manette con  l'accusa di tentato omicidio e concorso in estorsione aggravata con 1'aggiunta, per L., dell'imputazione di simulazione di reato. I due, sono ora chiusi nella casa circondariale di Brindisi, mentre per l'imprenditore preso di mira è scattato una denuncia per favoreggiamento per reato di estorsione. Indagini, sono ora in corso per risalire al terzo componente della banda.

 

di Fabiana Pacella


Gazzetta del Mezzogiorno

 

Sorpresi «in trasferta» mentre ritirano il pizzo, per fuggire non esitano a investire un militare

Carabiniere ferito dagli estorsori

Il «colpo» sfuma e due giovani finiscono in manette

 

VEGLIE -  Trasferta a San Pancrazio per mettere a segno un'estorsione ai danni di un commerciante che prima ha denunciato e poi ha deciso di «trattare» con i malviventi. L'estorsione, però, è fallita, un maresciallo dell'Arma è finito in ospedale e per due dei tre presunti estorsori si sono aperte le porte del carcere. Si tratta di due giovani incensurati di Veglie: S. L., 25 anni, e G. S., 26 anni.
I due sono accusati in concorso con una terza persona di tentato omicidio del maresciallo dell'Arma, di estorsione, resistenza e altro. L. anche di simulazione di reato e S. di porto abusivo di una pistola.
Le manette sono scattate a conclusione di un'operazione, davvero efficace, dei carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana e della stazione di San Pancrazio Salentino, coordinanti personalmente dal comandante di Compagnia, tenente Mario La Mura. Importante è stato anche l'input partito dai carabinieri di Porto Cesareo.
Ecco i fatti. Il commerciante di San Pancrazio giorni fa aveva ricevuto una prima richiesta di denaro. Si rivolse ai carabinieri. Poi non si è fatto più vedere. Ma i carabinieri avevano deciso ugualmente di non perderlo di vista. Si sono piazzati sotto la sua abitazione e stavano lì anche l'altro pomeriggio, quando l'uomo è uscito ed ha raggiunto via Umbria, zona periferica di San Pancrazio Salentino. Il commerciante ha fermato la sua vettura accanto ad un palo della luce (era l'unico privo di illuminazione) ed è andato via. Non è trascorso molto tempo. È sopraggiunta una Peugeot 406. Uno è sceso ed ha preso il pacco lasciato dal commerciante, in cui c'erano due milioni di lire. I carabinieri hanno intimato l'alt. Un militare si è lanciato addosso a quello che aveva il pacco, un altro ha tentato di entrare in auto e immobilizzare il conducente. C'è stato un attimo di esitazione quando nelle mani di uno dei malviventi è comparsa una pistola. I tre ne hanno approfittato e sono schizzati via con la vettura facendo una inversione e investendo il maresciallo, mentre gli altri due militari si buttavano per terra.
La vettura, allontanatasi in direzione di Lecce, è stata persa. Erano le 18,30. È scattato il dispositivo di allarme. Alle 20,10 due giovani si sono presentati nella caserma carabinieri di Porto Cesareo. Uno è L.. «Mi hanno rubato la Peugeot 406», denuncia. Poiché era stata segnalata la ricerca di un'auto del genere, è stato immediatamente avvertito il tenente La Mura. I due sono stati prelevati da Porto Cesareo e portati a San Pancrazio. Non avevano alibi e l'orario del presunto furto era piuttosto strano, così come il luogo.
Autorizzati dal sostituto procuratore Silvia Nastasia, i carabinieri hanno trasferito in carcere i due. Continuano le ricerche per individuare il terzo complice e ritrovare la vettura che sul davanti ha i segni dell'urto al maresciallo.

Dal Quotidiano di Lecce di Martedì 12 Dicembre 2001

Quotidiano di Lecce

Il giudice scarcera i due giovani catturati per un'estorsione


VEGLIE - S. L. e G. S. sono tornati in libertà. Nell'udienza di convalida discussasi ieri mattina il giudice delle indagini preliminari, Alcide Maritati, non ha confermato l'arresto e non ha emesso alcun provvedimento di custodia cautelare ritenendo che a carico dei due imputati, difesi dall'avvocato Luigi Rella, non ci fossero prove sufficienti. L. e S., 25 e 26 anni, entrambi di Veglie, erano stati arrestati venerdì sera dai carabinieri di Porto Cesareo con l'accusa di essere stati gli autori della tentata estorsione commessa ai danni di un imprenditore di 45 anni residente a San Pancrazio Salentino. L'incontro avvenne nel paese del Brindisino sotto un palo della luce non funzionante di via Umbria, dove l'imprenditore lasciò una busta con la somma concordata, due milioni di lire. Sul  posto si presentarono tre individui, uno dei quali armato, a bordo di una Peugeot 406 che appena raccolta la busta vennero intercettati dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana. Dopo una breve colluttazione i tre malviventi fuggirono investendo un maresciallo. L. e S. si presentarono  più tardi alla stazione dei carabinieri di Porto Cesareo sostenendo di essere stati rapinati dell'auto, dei telefoni cellulari e dei portafogli. I militari dell'Arma li arrestarono ritenendoli responsabili della tentata estorsione si San Pancrazio. Le valutazioni del gip sono state di natura opposta. 

Dal Quotidiano di Lecce e dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 3 Maggio 2002

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Quotidiano di Lecce

Acquisiti nuovi elementi, scattano le manette ai polsi di due giovani che ferirono un carabiniere

Estorsione con fuga (breve): arrestati


VEGLIE - I carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana e della stazione di San Pancrazio Salentino, al termine di una serie di accertamenti investigativi iniziati dopo un episodio estorsivo avvenuto nel novembre dello scorso anno che portò al fermo di G. I., 28 anni di Erchie, hanno individuato gli altri responsabili di questa attività. Si tratta di S. L. 26 anni, e di G. S. 27 anni, entrambi di Veglie.

I due si sarebbero resi protagonisti di un episodio di estorsione ai danni di un altro commerciante, stavolta di San Pancrazio Salentino. In questo caso i carabinieri riuscirono ad intervenire nel momento del ritiro del pizzo che i due si fecero lasciare dalla vittima in una zona isolata. L'intervento dei militari portò al recupero del denaro ma il luogo, privo di illuminazione, favorì la fuga dei malviventi che, pistola in pugno e a bordo di una potente vettura, investirono un sottufficiale del1'Arma che tentava di bloccarli. Il carabiniere restò ferito.

Le indagini successive portarono a identificare in L. e S. due dei presunti responsabili dell'azione. Furono rintracciati poco dopo a Porto Cesareo e per giustificare i colpi d'arma da fuoco visibili sulla loro autovettura si recarono presso la stazione dei carabinieri per denunciare una rapina subita poco prima da persone armate e con il volto coperto da passamontagna.

Nonostante fossero stati riconosciuti dai carabinieri, che nel frattempo si erano portati a San Pancrazio, gli elementi sino ad allora acquisiti non avevano messo nelle condizioni il gip di convalidare il fermo. I due vennero scarcerati dopo pochi giorni.

I carabinieri diretti dal tenente Mario La Mura però hanno continuato a indagare e hanno raccolto nei confronti dei due una tale mole di indizi da spingere i pm Ginefra e Anastasia a richiedere al gip Maritati due arresti.

Ieri i militari dell'Arma hanno notificato al L. e al S. un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di tentata estorsione oltre che di detenzione e porto di armi da fuoco e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.


Gazzetta del Mezzogiorno

Dopo una complessa indagine i carabinieri sono venuti a capo di una vicenda avvenuta a dicembre dello scorso anno

Estorsione, tornano in carcere L. e S.

I due giovani sono accusati anche di aver tentato di investire con l'auto un ispettore di polizia

 

VEGLIE - Inchiodati dai telefoni cellulari, sono stati nuovamente arrestati S. L. di 25 anni e G. S. di 26 finiti in carcere per estorsione e altro la sera del 7 dicembre scorso e scarcerati qualche ora dopo perché gli indizi erano insufficienti. Secondo l'accusa nel tardo pomeriggio del 7 dicembre, a San Pancrazio Salentino, dopo avere tentato di intascare 1033 euro di «pizzo» da un commerciante, tentarono di investire i carabinieri intervenuti per bloccarli.
I militari dell'Arma risalirono ai due e li arrestarono perché appartiene a L. la Peugeot 406 con la quale i malviventi avevano tentato di investire un ispettore di polizia che si era trovato a passare (ed era intervenuto) e alcuni carabinieri appostati. I due giovani avevano sostenuto che la Peugeot era stata loro rapinata qualche ora prima a Torre Culimena. Il buio aveva agevolato i due nel sostenere che non erano loro. Il commerciante fu denunciato per favoreggiamento perché dopo avere inizialmente collaborato si era messo d'accordo con i malviventi.
Ma i carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, comandata dal tenente Mario La Mura e i due magistrati che indagavano - Silvia Nastasia e Isabella Ginefra - non si sono arresi e alla fine i carabinieri del Nucleo operativo e delle stazioni di San Pancrazio e Veglie sono riusciti a dimostrare che quella sera, a quell'ora, i due stavano a San Pancrazio Salentino. Ci sono riusciti attraverso i telefoni cellulari e le «celle» cui i telefonini si collegano durante le chiamate. Questo, in aggiunta alla vettura recuperata nella campagne di San Pancrazio e agli orari della rapina denunciata da L. e S., ha consentito di chiudere il cerchio. I pm hanno chiesto la cattura e il gip Alcide Maritati ha emesso i provvedimenti. S. è stato arrestato a Veglie; L. è stato rintracciato a Gallarate. 

di pi.arg

 

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