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Dal Quotidiano di Lecce di Venerdì 14 Settembre 2001 Rapinata e picchiata in casa a Veglie un'anziana. Il Bandito ha tentato di ucciderla «Voleva soffocarmi col cuscino» VEGLIE - Brutta avventura per un'anziana donna di Veglie rapinata e picchiata nella sua abitazione da un bandito che ha addirittura tentato di ucciderla. «Voleva soffocarmi col cuscino - ha raccontato la donna - sono stati attimi terribili, ho pensato al peggio, poi ho reagito e il malvivente è scappato». Si era messa a letto per il riposino pomeridiano, ma all'improvviso è stata svegliata da strani rumori che venivano dalla stanzetta attigua. Lei, Maria Addolorata Cucci, una vecchina di 88 anni, ha avuto appena il tempo di aprire gli occhi e si è trovata di fronte il suo aggressore. Un balordo piombato lì, in quella casa di via Pisacane, a Veglie, dove la donna, vedova, vive da tempo da sola. Voleva derubarla, privarla dei pochi spiccioli avanzati dalla pensione e di qualche gioiello conservato nell'armadio, ma la vittima si è svegliata e allora lui, probabilmente un tossicodipendente, ha cercato di ammazzarla senza pietà, soffocandola. Erano circa le 15 di ieri. Le vie di Veglie erano quasi deserte. Maria Addolorata Cucci si era coricata. Da qualche tempo a questa parte, da quando non ci sono i figli - altrove con le loro famiglie - a rendere festosa e chiassosa la casa, non disfa più nemmeno il lettone che è nella camera matrimoniale e dorme in una stanzetta. Forse l'aggressore conosceva bene le sue abitudini e allora, prima delle 16, prima che la donna si svegliasse, si è introdotto di nascosto in una villa disabitata, sempre in via Pisacane. Poi da lì, scavalcando un muretto di cinta, ha raggiunto un'altra costruzione attigua e quindi è arrivato nel giardino di casa Cucci.La porta di ingresso dell'abitazione era chiusa a chiave, così, in quel silenzio di tomba, il balordo ha forzato gli infissi del retro utilizzando con ogni probabilità arnesi da scasso. Una volta dentro, lentamente, ma allo stesso tempo con la sicurezza di chi conosce bene il posto, ha raggiunto la cucina, la camera da letto ed infine la stanzetta in cui la padrona di casa dormiva. Il percorso non poteva che essere quello considerando la disposizione delle stanze. Ed e lì, tra quelle quattro mura di intonaco chiaro, che il piano del malintenzionato ha avuto una svolta e solo per caso si è scongiurata la tragedia. Perché la signora Cucci si è svegliata di soprassalto, ha appena farfugliato qualche parola e lui le si è buttato addosso, coprendole il volto con un cuscino e sperando che quella smettesse presto di respirare. Lei si dimenava, col coraggio e con le poche forze che aveva, terrorizzata. Per lei sono stati interminabili minuti di paura. L'aggressore ha avuto un attimo di sbandamento. Ha allentato la presa, ma, mentre la donna cercava di liberarsi l'ha afferrata forte forte. Le ha messo le dita alla gola: «Muori.... muori....!», ferendola e facendole male. Maria Addolorata, con lo sguardo sbarrato però alla fine ce l'ha fatta. Uno strattone più forte e il malvivente ha capito che l'impresa era molto più difficile del previsto e allora è scappato a gambe levate rifacendo a ritroso il percorso iniziale. Nel frattempo la vittima, ancora sotto shock, tremando ha raggiunto l'ingresso, girato la chiave nella toppa ed è uscita in strada a chiedere aiuto. L'hanno trovata scompigliata, spettinata e intimorita, con le mani tra i capelli e con le parole che le si strozzavano in gola. L'hanno trovata così i primi vicini di casa che sono accorsi. La vecchietta ha raccontato loro quanto era accaduto poco prima e così ai carabinieri, giunti sul posto in seguito ad una segnalazione pervenuta al 112. Dopo la denuncia Maria Addolorata Cucci, che aveva escoriazioni e ferite sul naso e su un braccio, è stata medicata e riaccompagnata a casa. Sull'episodio indagano ora i carabinieri della stazione di Veglie al comando del maresciallo Silvano Viva ed i colleghi della Compagnia di Campi. di Fabiana Pacella |
