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Distrutto con il veleno un pregiato vigneto (5/5/01)

Maritati e Maniglio incontrano gli agricoltori colpiti a Veglie (19/5/01)

Vigneti distrutti: si pensa al racket (20/5/01)

Ancora danni agli agricoltori vegliesi: bruciato un trattore (24/5/01)


Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 5 Maggio 2001

Gravissimo e misterioso episodio nelle campagne lungo la strada per Novoli. Viti di Montepulciano e Negroamaro annientate dal diserbante

Distrutto col veleno un pregiato vigneto

Nel mirino un consigliere comunale diessino: «Ma la politica non c'entra»

VEGLIE -  Grave attentato ai danni di Giovanni Cipolla, 47 anni agricoltore e consigliere comunale diessino a Veglie. Questa volta, però, non sono scoppiate bombe né sono stati esplosi colpi di pistola. Si tratta di un attentato per certi versi più subdolo, certamente silenzioso, ma dalla valenza distruttiva enorme.

 Nella notte tra martedì e mercoledì, ignoti hanno raggiunto il vigneto di Cipolla, lungo una traversa della provinciale Veglie - Novoli, e con una pompa a spalla hanno cosparso di diserbante sistemico tutte le vigne.

 Un ettaro di terra coltivato a metà con uve di Negroamaro e per l'altra metà con uve di Montepulciano. Chiunque sia stato era esperto della zona e sopratutto di prodotti per l'agricoltura. In quel vigneto non ci si arriva facilmente e il diserbante è stato usato in dosi massicce per essere sicuri che avrebbe avuto l'effetto desiderato.

Dell'accaduto il proprietario si è accorto solo giovedì, quando un vicino lo ha chiamato per chiedergli se avesse sbagliato il trattamento alle piante. Così quando si è recato sul posto si è subito accorto di quanto era successo. «C'era una puzza di diserbante e quando ho visto le cime delle piante ho capito subito cosa avevano fatto», racconta.

Un gesto che a Cipolla costerà l'intero raccolto di quest'anno, poco più di cento quintali d'uva, per un valore commerciale di circa dieci milioni di lire. Ben poca cosa rispetto a quello subito dalle piante: il tipo di veleno usato entra nel ciclo vitale della vigna e pian piano la distrugge con la conseguenza di doverla estirpare. Tenuto conto che si tratta di piante di otto anni d'età, il danno in prospettiva è davvero elevato, per certi versi incalcolabile. Sopratutto se si tiene conto che Giovanni Cipolla è un contadino che vive del suo lavoro e che ha comprato quella terra con i risparmi di anni di lavoro. Così come gli è costato sudore condurre il vigneto, lavorare la terra.
«Non immagino chi possa essere stato. Se lo sapessi, non sarei qui», dice con tono quasi minaccioso il consigliere diessino al cronista che lo sorprende sul campo, mentre cerca di riparare in qualche modo al danno staccando le cime delle piante. «In questo modo - spiega - con la linfa potrebbe uscire anche il veleno e forse riuscirò a salvare qualcosa».

E' furioso, Cipolla, non sa darsi pace, ma di una cosa è certo: non si tratta di un attentato legato alla sua attività politica. «Non voglio speculazioni - dice - sono sicuro che tutto ciò con la politica non centra niente».

Non è la prima volta che da queste parti succedono queste cose, ma è la prima volta che un agricoltore ha il coraggio di denunciare l'accaduto ai carabinieri. Ci sono stati casi in cui sono stati tagliati tendoni e alberi di ulivo. In altri ancora sono stati divelti vigneti, ma nessuno ha mai denunciato nulla. «Non ho ricevuto alcuna richiesta estorsiva e non ho avuto alcuna discussione - continua a dire, incredulo per quanto è successo - sono una persona conosciuta e sono solito mantenere buoni rapporti con tutti».
Tuttavia, quanto successo non è certo frutto dell'opera di un pazzo. Chissà, forse, le indagini dei carabinieri sapranno fare luce su questo incredibile episodio.



di Maurizio Rampino

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 6 Maggio 2001

Un intervento del gruppo dei Ds

Tanta solidarietà dopo l'attentato

VEGLIE -  Tanta solidarietà per Giovanni Cipolla l'agricoltore e consigliere comunale diessino di Veglie al quale ignoti hanno distrutto con un potente diserbante un ettaro di vigneto.

 «Vogliamo pubblicamente esprimere la nostra solidarietà all'amico Giovanni Cipolla - dice Alessandro Aprile a nome dell'intero gruppo consiliare di Insieme per Veglie che ieri si è riunito per discutere di questa vicenda - un rappresentante di quella parte del mondo agricolo vegliese che crede nel rilancio dell'agricoltura e ci investe tempo e denaro. Non è la prima volta - continua Aprile - che nella nostra cittadina avvengono questi deprecabili episodi, ci auguriamo che le forze dell'ordine possano in qualche modo risalire agli autori di questo, ma anche degli altri attentati, in modo da far cessare, queste stupide quanto dannose forme di ripicca».

L'attentato, va sottolineato, nulla ha a che vedere con l'attività politica del malcapitato. Si tratta piuttosto di episodio da inquadrare, probabilmente, come una vendetta, anche se ciò nulla toglie all'estrema gravità del gesto.

La stessa vittima ha dichiarato di non avere idea di chi possa essere stato e di non avere avuto alcuna discussione che possa far pensare o risalire agli autori di questo dissennato gesto. Ieri, comunque, Cipolla era ancora in campagna per cercare di riparare al danno, ma sembra ormai un'impresa impossibile.
«Le piante purtroppo - spiega il consigliere comunale diessino - stanno peggiorando sempre più, il veleno è entrato nel ciclo vitale e stanno cominciando ad appassire, non credo che riuscirò a salvarle. Comunque - dice ancora - porterò le foglie ad un centro di ricerca per capire quale principio attivo hanno usato, uno scrupolo che voglio togliermi

 

 

 

 

Dal Quotidiano di Lecce di Sabato 19 Maggio 2001

Vigneti avvelenati

Nota di Maritati e Maniglio

Dopo l'ennesimo caso di vigneto distrutto con il veleno, il senatore Alberto Maritati e il consigliere regionale dei Ds Antonio Maniglio, entrambi dei Ds, intervengono con una nota in cui esprimono solidarietà alle vittime degli attentati:

«Di fronte al ripetersi di tali episodi è indispensabile una più serrata attività di controllo. Lo stesso Comune potrebbe convenzionarsi con un istituto di vigilanza».

Oggi (19/5/01) entrambi gli esponenti politici saranno in paese per esprimere solidarietà ai cittadini colpiti da questi attacchi.

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 19 Maggio 2001

Il senatore Maritati e il consigliere Maniglio incontrano gli agricoltori colpiti

«Maggiori controlli nelle campagne»


Cresce la tensione dopo la distruzione del terzo vigneto in pochi giorni
L'assessore: «Abbiamo previsto un piano di coordinamento»


Veglie -  La solidarietà del senatore Alberto Maritati e del consigliere regionale Antonio Maniglio ai tre agricoltori vittime del «serial killer» dei vigneti. Stamattina, infatti, Maniglio e Maritati saranno a Veglie per incontrare i malcapitati ed esprimere loro solidarietà.

«Di fronte al ripetersi di tali episodi - scrivono i due esponenti diessini in una nota - è indispensabile una più serrata attività di controllo e vigilanza delle forze dell'ordine per impedire nuovi attentati e dare serenità a tanti agricoltori giustamente preoccupati. La stessa amministrazione comunale - propongono Maritati e Maniglio - in questa situazione d'emergenza, potrebbe convenzionarsi con un istituto di vigilanza per controllare meglio le campagne circostanti Veglie ed evitare che altri lavoratori siano messi in ginocchio da queste imprese dissennate».

L'amministrazione comunale, da parte sua, ieri si è riunita ed ha discusso della delicata faccenda. «Abbiamo esaminato le iniziative già avviate - spiega l'assessore all'Agricoltura Antonio Cascione che sta seguendo la vicenda - e con i carabinieri, i vigili urbani e l'Istituto di vigilanza Velialpol abbiamo stabilito un piano comune di controllo per evitare il ripetersi di questi incresciosi episodi. Saranno fatti dei turni di controllo anche in borghese per cercare in qualche modo di risalire agli autori di questi gesti insensati».

I carabinieri, intanto, hanno avviato le indagini e non escludono alcuna ipotesi per quanto accaduto nelle ultime due settimane.

I due agricoltori colpiti la notte tra venerdì e sabato scorso, Romeo Manca e Antonio Donateo, in queste ore stanno cercando in tutti i modi di arginare il danno. Ancora ieri sono stati nel loro vigneto per verificare gli effetti del diserbante sulle piante. «Ormai - dice sconsolato Manca - il raccolto è perduto, spero solo di riuscire in qualche maniera ad evitare che le vigne colpite muoiano per sempre».

 

 

 

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 20 Maggio 2001

Maritati e Maniglio ieri hanno incontrato gli agricoltori

Vigneti distrutti: è il racket

«La risposta deve essere compatta e decisa»

VEGLIE -  Potrebbe esserci il racket dietro il «serial killer» dei vigneti. E' l'ipotesi che si è fatta strada anche ieri, nel corso della visita che il senatore Alberto Maritati e il consigliere regionale Antonio Maniglio hanno reso ai tre malcapitati agricoltori Giovanni Cipolla, Romeo Manca e Antonio Donateo a cui ignoti, nei giorni scorsi, avevano distrutto la vigna con il diserbante.

Maritati e Maniglio sono giunti a Veglie intorno a mezzogiorno ed hanno portato la loro solidarietà ai tre agricoltori, dopodiché si sono recati sui campi per verificare di persona lo scempio sulle piante. Inoltre, hanno telefonato al capo dell'ispettorato provinciale dell' agricoltura che domani effettuerà un sopralluogo per capire cosa è effettivamente successo e quali possono essere i rimedi. Per la settimana prossima, probabilmente giovedì, Maniglio e Maritati saranno di nuovo a Veglie per partecipare ad una assemblea di agricoltori.

 «Ho avuto una brutta impressione - dice Maritati dopo la visita - la risposta che bisogna dare deve essere compatta e decisa perché, chiunque sia stato, deve capire che qui non c'è spazio per questi atteggiamenti delinquenziali. La mia e quella di Maniglio - conclude il senatore - non è stata una visita di mera solidarietà, ma un impegno concreto a favore degli agricoltori, vedremo nei prossimi giorni cosa si deve fare».  Insomma c'è la necessità di tenere alta l'attenzione perché, se di racket dovesse effettivamente trattarsi, gli episodi potrebbero ripetersi e potrebbero anche arrivare le richieste di denaro in cambio di tranquillità».

Intanto continua il lavoro degli investigatori per cercare di venire a capo di questa vicenda. Giovedì il comandante della compagnia dei carabinieri di Campi, il maggiore Antonio Buccoliero si è recato sui campi presi di mira dai malviventi e ha prelevato dei campioni di foglie per farli analizzare. Non è escluso, ma è solo un ipotesi, che attraverso il principio attivo del veleno si possa arrivare alla marca e quindi al rivenditore di quel tipo di diserbante

 

 

 

Dal Quotidiano di Lecce di Giovedì 24 Maggio 2001

Brucia un trattore. Torna il racket delle estorsioni?

Agricoltura nel mirino. Stavolta le fiamme hanno distrutto un trattore, usato per spandere il concime e per irrigare le colture, che si trovava nella masseria Perrone, alla periferia di Veglie, sede dell' "Azienda agricola salentina" che appartiene a Gerard Arigoni, imprenditore agricolo di origini francesi.

I1 mezzo era parcheggiato all'interno della masseria quando, l'altra notte, improvvisamente, ha cominciato a bruciare. Il fuoco in breve tempo ha devastato il trattore. I danni ammontano a circa trenta milioni.

Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Lecce e anche i carabinieri della compagnia di Campi,che hanno avviato indagini. Al momento, e i primi accertamenti non sono riusciti a far luce sulla vicenda, non è chiaro se l'incendio sia di natura dolosa o se le fiamme siano ad esempio state scatenate da un guasto del mezzo. Le verifiche andranno avanti: è un dilemma che sarà risolto soltanto da approfonditi controlli.

E i militari sostengono che bisogna assolutamente riuscire a capire che cosa è successo, perché ultimamente in zona sono stati messi a segno diversi attentati nel settore agricolo. A Veglie, ad esempio, sono stati "bruciati" col diserbante alcuni vigneti, anche pregiati. I proprietari dei terreni da un giorno al l'altro si sono ritrovati con coltivazioni appassite e rovinate, distrutte dal veleno.

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 29 Maggio 2001

Alberto Martitati ad una riunione di agricoltori

Uniti nella guerra alla mala

«E' necessario reagire con determinazione»

VEGLIE - «E' necessario che tutti vigilino perché non sarà possibile avere un carabiniere per ogni appezzamento di terra».

Queste, in sintesi, le parole del senatore Alberto Maritati alla riunione organizzata nei giorni scorsi dai Democratici di sinistra di Veglie contro gli attentati avvenuti un paio di settimane fa ai danni di tre agricoltori a cui, con il diserbante, sono stati distrutti vigneti.

All'incontro, a cui hanno partecipato molti agricoltori preoccupati per questi inspiegabili episodi, erano presenti anche il consigliere regionale Antonio Maniglio e per l'amministrazione il vice sindaco Oronzo Sabato. Su questi fatti stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Campi e pesa l'ombra del racket.

A complicare ancora di più la situazione c'è stato, poi, nei giorni scorsi, più o meno nella stessa zona, un attentato ai danni di un'azienda di proprietà di una società francese a cui sono stati dati alle fiamme alcuni mezzi e l'impianto di irrigazione per un totale di circa duecento milioni di danni. Per questo Maritati ha ribadito che contro il crimine «bisogna reagire con compattezza e determinazione». L'amministrazione, da parte sua, ha predisposto una serie di interventi coordinati tra vigili, vigilantes e carabinieri per cercare di presidiare, per quanto possibile, il territorio. Nel corso della riunione che si è tenuta a Veglie, inoltre, è stato auspicato che le forze dell'ordine possano quanto prima trovare i responsabili di questi gravissimi episodi.

 

 

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