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"Lettera Firmata"  - Venerdì 21 Marzo 2003

"Botteghe oscure"

     Dopo il mio intervento di pochi giorni fa, come promesso vorrei affrontare un discorso che sta a cuore a parecchie persone del nostro paese. Il tema in questione è quello legato a promesse da marinai fatte da diversa gente nel corso del tempo, con il solo fine (i fatti parlano) di portare avanti la battaglia politica e soprattutto in alcuni periodi la battaglia elettorale.

La questione è legata alla tanto attesa quanto lontana  Zona Industriale.

 

Oggetto questo di inutili parole gridate al vento dai piedistalli di piazza o dai garage di periferia, dove la povera gente è costretta ad ascoltare delle frasi ripetute chissà quante volte e, che, in determinate circostanze valgono solo ai fini elettorali e alla corsa alla poltrona.

 

Dopo quelle parole nulla si è mosso, se chiedi a chi di competenza la risposta secca è: “La stiamo facendo”.

 

La nostra cittadina ha una realtà produttiva invidiata da parecchi altri comuni . Conta 14.077 abitanti e si attesta tra le prime posizioni in provincia di Lecce . Invidiata per la posizione strategica geografica e conta circa, e questo è il dato che deve far riflettere chi di competenza, 700 aziende iscritte regolarmente alla camera di commercio. Una realtà quindi quasi unica nel contesto socio-economico del posto.

 

Ma purtroppo nulla cambia e nulla è orientato al futuro. Basta girare per le vie cittadine per constatare quanti buchi o meglio, rimanendo in tema, quante “botteghe oscure” ci sono. Per la maggior parte dei casi sono aziende che lavorano l’alluminio, il legno e in altri e maggiori casi aziende consone alla produzione di capi d’abbigliamento. Purtroppo però con la mancanza di una zona adibita con i servizi adatti i poveri piccoli imprenditori sono costretti a lavorare in condizioni di sicurezza spesso del tutto non conformi alle direttive legislative in merito alla sicurezza sul posto di lavoro e, condizioni logistiche inadeguate per una produzione che parte dall’input fino all’output con linea continua.

 

Un dato, da un lato positivo, ma dall’altro per via della situazione negativo, è che negli ultimi anni si assiste ad una controtendenza per quanto riguarda il discorso lavoro per i giovani.

Ormai mi sembra di capire, essendo io stesso giovane, ancora studente, che non si va più alla ricerca del posto fisso a tutti i costi anche sborsando ingenti somme di denaro o di voti come succedeva in passato, ma capiscono che il mercato può essere scalfito e, in termini tecnici, penetrato.

Si assiste alla presa di posizione nel continuare molto spesso il lavoro che i genitori hanno portato avanti con innumerevoli sacrifici per garantirgli un futuro migliore. Mi rendo conto che questi giovani hanno la volontà di esplorare nuovi volti dei mercati che gli competono. E tra questi mi comprendo anche io. Usciamo quindi dall’ottica del posto fisso in alcuni casi fungendo anche da “burattini” in giacca e cravatta alle dipendenze delle multinazionali. (…).

 

Ma comunque ritornando al nostro discorso, mi sento di attribuire la mia massima stima a coloro i quali hanno per una vita  lavorato anche nelle piccole botteghe e con le condizioni che conosciamo.

 

Mi rivolgo perciò a chi di competenza e nel caso specifico al Comune di Veglie, con riguardo non solo agli attuali amministratori ma anche ai vecchi e ai futuri. La nostra comunità ha voglia di rinnovamento e di garanzie reali e concrete quindi Signori: FATTI NON PUGNETTE!!!!

Lettera Firmata