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segnalato da Cecilia Capoccia  - 20 giugno 2008

Robin Tax

16 giugno 2008

In attesa di sapere bene di cosa si tratti, qualche commento all'ennesimo annuncio del Ministro dell'Economia.

 

Articolo di Mariano Leone

Se Tremonti è Robin Hood io sono lo sceriffo di Nottingham!
Al momento possiamo solo dire con certezza quello che non sarà.

Il 18 Giugno il governo varerà i provvedimenti legislativi per un intervento straordinario che dovrebbe penalizzare i petrolieri: la Robin Hood Tax.

Diciamocelo, non vorrei apparire come lo sceriffo di Nottingham, tutt'al più sarei Fra' Tuck , ma un Tremonti che ruba ai ricchi per dare ai poveri non mi commuove.

Non si sono commossi neanche i ministri dell'Ecofin che, evidentemente, parteggiano per lo sceriffo di Nottingham, vista l'accoglienza alla proposta del nostro difensore dei poveri.

In realtà, a parte l'evocazione dei personaggi della foresta di Sherwood, non si sa molto sulla proposta legislativa. È stata definita bellissima dall'autore, ma questo è scontato, ed alla domanda se detto intervento possa indurre i petrolieri a ribaltare i costi sui consumatori, ha risposto come risponderebbe il nostro eroe: ci provino.

Ma non sappiamo esattamente cosa sia per cui in attesa di dettagli possiamo dire cosa non è.

Non è un intervento strutturale, per dirla non è una Tobin tax (un progetto di tassazione sulla intermediazioni internazionali teorizzato dal premio Nobel James Tobin).

Non è e non sarà uno sconto fiscale sui carburanti come quello introdotto dall'ex ministro Bersani.

Non sarà neppure la determinazione di un limite all'Iva sui carburanti come proposto da Sarkozy.

Neppure il progetto di Barack Obama di imporre una tassa su ogni barile di petrolio che superi la quotazione di 80 dollari.

Sarà una cosa straordinaria, una tantum come nella tradizione del nostro Robin Hood.

Diciamocelo, a parte la nobilissima intenzione, dobbiamo dire che la filiera che va dal grezzo al distributore di sotto casa nostra è piuttosto complessa.

Il momento speculativo può trovarsi in uno stadio qualsiasi della filiera. Dall'estrazione al trasporto, alla raffinazione, alla distribuzione, per semplificare il percorso che in realtà è molto più elaborato.

Sempre per semplificare, molte occasioni speculative si annidano non solo nelle speculazioni internazionali ma anche nella quantità di scorte che si sono accumulate nella varie fasi della filiera.

I gestori delle varie fasi della filiera possono ritenere di detenere nel tempo le loro scorte per usufruire della oscillazione dei prezzi.

Un intervento che non individua quale parte della filiera penalizzare rischia di essere inefficace.

Perché, pur con soggetti giuridici e fiscali diversi, la regia in regime di oligopolio può essere unica. Ma come Marian abbiamo molta fiducia nel nostro Robin e attendiamo fiduciosi.

Abbiamo detto della difficoltà di individuare la fase della filiera da penalizzare, tenendo conto che per il 2007 sia le attività di raffinazione sia quelle di distribuzione hanno avuto magri risultati.

Ma non tutte le filiere sono di difficile individuazione. La più esplicita per obblighi istituzionali è quella dell'ENI, Ente Nazionale Idrocarburi.

La nostra compagnia nazionale ha avuto nel 2007 utili per 6,6 Miliardi di Euro ed ha versato alle casse nazionali come dividendo 1,6 Miliardi di Euro.

Dobbiamo augurarci che tutto non si traduca in una partita di giro e lasci invariato il sistema oligopolista della filiera privata del carburante dove si annida la speculazione ed i costi per i cittadini.