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  Giuseppe Toma - Martedì 28 Settembre   2010

 

Quando il Luogo si trasforma in Non Luogo
 

 

“... Ho scritto un libro sulla svolta della Bolognina, che è l’atto fondante dei nuovi partiti della sinistra, PCI-PDS-DS-PD. Ebbene vent’anni fa la segreteria che decise la svolta, cioè il cambio del nome del vecchio PCI, era così composta: Livia, sapete come si chiama? Livia Turco. Walter, sapete chi Walter è? Walter Veltroni. Piero, indovinate chi Piero è? Piero Fassino. Massimo, Massimo D’Alema. Ognuno di quelli che allora erano nella segreteria vent’anni fa è rimasto nella stanza dei bottoni. Nel frattempo tutto il mondo girava. C’era, in Grecia, un premier che si chiamava Papandreou, curioso, lo stesso nome di oggi. Beh era il padre del Papandreou di oggi. C’era, in America, un presidente che si chiamava Bush, era George Bush ed era il padre del Bush che è stato cacciato da Obama. Ecco tutto il mondo è cambiato, solo in Italia c’è questo paradosso di questa sinistra italiana che dice ai suoi elettori “voi vi siete sbagliati”, infatti cambiano nome al partito ma loro restano gli stessi…”.

“Allora, il discorso più radicale dei giovani come Renzi che dicono “ve ne dovete andare”, non è un discorso brutale, cattivo e stalinista, è un discorso molto semplice: avete avuto tutte le vostre opportunità, le avete perse, da vent’anni governa Berlusconi, adesso fate provare qualcun’altro che tanto voi avete già dato…”.

 

Brevissima trascrizione di un intervento di Luca Telese, giornalista de La7, su Current.com.

 

Il giornalista de La7 cita Matteo Renzi, TRENTACINQUENNE, sindaco di Firenze del PD, in aperto conflitto con la nomenclatura di quel partito, Massimo D’Alema in primis. La storia dell’elezione di Renzi a sindaco di Firenze, ha diverse analogie con quella di Vendola a governatore della Puglia. Renzi viene osteggiato da D’Alema, ma prima stravince le primarie e poi diventa sindaco.

 

Il luogo è la società dove le persone s’incontrano, partecipano, discutono, si rigenerano soprattutto dal confronto con le giovani generazioni: il luogo esprime relazioni sociali.

Il non luogo è uno spazio vuoto, inaccessibile a causa della sua invisibilità.

Renzi e Vendola, visto i risultati, hanno attraversato luoghi e intrecciato relazioni, determinando quella famosa connessione sentimentale con un popolo. Altri invece nel buio delle loro stanze, continuano a pensare al luogo con la propria forma mentis datata.

Veglie, lì 28.09.2010
 

Giuseppe Toma


 

 

 

  Maurizio Bonanno - Martedì   28 Settembre   2010

 

Luogo NON luogo: come somigliano i NON LUOGHI!
 

 

In risposta alla lettera di Giuseppe TOMA.

Caro Giuseppe, ma come somigliano i non luoghi: parlavi del PCI, poi PD, poi.... ma forse parlavi di VEGLIE, no?

P.S. Ti consiglio la ri-lettura del CONTE DI MONTECRISTO o, in alternativa, forse meglio, la biografia del CARDINALE RICHELIEU .

Molto hanno da suggerirci:   pensaci!

 

Un caro saluto.

Maurizio Bonanno


 

 

 

   Lorenzo Centonze - Venerdì 1 Ottobre 2010

 

A proposito di Luoghi

 

Ho letto più volte lo sfogo del Sig. Giuseppe Toma, cercando invano di carpire il nesso sostanziale tra quanto sentenziato nel manifesto e la realtà degli accadimenti.

Probabilmente mi sono sempre illuso che in una piazza pubblica come può essere un sito d’informazione, gli argomenti di dibattito potessero riguardare aspetti e problemi della vita politica, culturale, scientifica e perché no, anche ludica. Francamente però mi accorgo che spesso tali spazi sono utilizzati un po’ impropriamente dagli utenti, poiché spesso gli interventi trasudano odio e frustrazione che esulano dagli argomenti di dibattito.

 

Personalmente mi sento sorpreso dal fatto che un semplice comunicato abbia scatenato le ire degli intellettuali impegnati nell’emancipazione operaia, ma allo stesso tempo lusingato da tante attenzioni rivolte verso una struttura, il Partito Democratico, a cui non mi sembra che il Sig. Giuseppe Toma s’ispiri.

 

Nonostante cotanta grazia, mi sono ugualmente sforzato di interpretare il senso delle affermazioni riportate, e alla fine ho capito qual è il fine ultimo di tanto disagio generazionale: il consenso elettorale!

 

Il TRENTACINQUENNE Renzi, che giustamente conduce la propria battaglia e quella di tanti altri giovani brillanti come può essere la Serracchiani, ha una caratteristica fondamentale che lo distingue da chi urla al cambiamento senza meritarlo: il consenso!

 

Ebbene, il consenso è uno strumento fortissimo di persuasione prima all’interno del proprio partito, poi all’interno della propria comunità di appartenenza. Il consenso si crea e poi si condivide. Dopo queste fasi, forse può diventare anche leadership. Ma alla base di tutto c’è sempre lui: il consenso! Queste semplici regole sono la base delle organizzazioni sociali, chi non è abituato a viverle non le possiede.

 

Per inciso, il Sig. Valter Weltroni, nel 1976, a ventuno anni, è stato eletto consigliere comunale di Roma nelle liste del PCI. Dopo appena dieci anni (molto più giovane di tanti) fu eletto deputato della Repubblica Italiana.

 

Spero vivamente che i luoghi e l’impegno delle persone siano sempre e comunque rispettati, qualsiasi sia il loro colore politico. Il Partito Democratico ha una tradizione discreta e radicata nel tessuto sociale della nostra nazione, e non ha mai voluto chiudere le fabbriche!

 

Lorenzo Centonze


 

 

 

  Gianni Muci  - Venerdì 1 Ottobre 2010

 

A proposito di luoghi: il Luogotenente!

 

Queste poche parole non vogliono essere una alzata di scudi a difesa del dott. Toma dopo l’intervento furente del sign Lorenzo Centonze, ma di un luogo.

Nel suo intervento, Centonze, dice: “francamente però mi accorgo che spesso tali spazi sono utilizzati un po’ impropriamente dagli utenti, poiché spesso gli interventi trasudano odio e frustrazione che esulano dagli argomenti di dibattito”, e poi: “Nonostante cotanta grazia, mi sono ugualmente sforzato di interpretare il senso delle affermazioni riportate, e alla fine ho capito qual è il fine ultimo di tanto disagio generazionale: il consenso elettorale!”.

Caro Lorenzo, penso che dovremmo semplicemente ringraziare i siti vegliesi che accolgono le opinioni di tutti, i dibattiti utili e meno utili, le curiosità, le goliardie, ecc. e che, soprattutto, informano, approfondiscono, vigilano.

Riassumendo, ci fanno sentire un po’ più liberi (e sul significato della parola Libertà non mi dilungo dato che potrei creare confusione, visti i tempi!).

Poi, nonostante cotanta grazia, mi sembra che lo sforzo fatto per interpretare le parole di Giuseppe non sia stato eccessivo. Bastava limitarsi a leggere e commentare le frasi di Luca Telese. Il dibattito doveva svilupparsi attorno quei riferimenti (almeno, di solito così si fa!). Forse scrivevi in un momento in cui si trasudava odio e frustrazione, ti consiglio pacificamente e allegramente di riprovarci.

Per inciso (senza la pretesa di incidere!), Vendola, Renzi (lui personalmente!), Berlusconi, la Lega Nord, Di Pietro, Grillo, sembrano essere fabbriche del consenso e il PD?

Sperando in una sua celere ripresa, distinti saluti.
 

Gianni Muci


 

 

 

  Giuseppe Cutrino  - Lunedì 4 Ottobre 2010

 

Questi sono stati i luoghi della formazione

 

“Iscritto sin da giovanissimo alla FGCI e al Partito Comunista Italiano, nel 1985 venne invitato da Pietro Folena, allora segretario della FGCI, a far parte della segreteria nazionale, di cui diventò subito vice-presidente. Lasciò la carica nel 1988, diventando prima giornalista per il quotidiano Rinascita e poi dirigente nazionale del PCI, entrando nel comitato centrale nel 1990.
Fu contrario alla "svolta della Bolognina" e nel gennaio del 1991, in dissenso con l'orientamento del segretario Occhetto, fondò, con Armando Cossutta e altri, il Movimento per la rifondazione comunista, che diede poi vita al Partito della Rifondazione Comunista (PRC), di cui farà parte fino a quando, nel febbraio 2009, condusse la scissione da quel partito. Eletto alla Camera dei deputati nel 1992, fu sempre rieletto nelle successive elezioni fino al 2005. Nel 1995, contrariamente a quanto stabilito dal comitato politico nazionale del suo partito, appoggiò insieme alla frazione dei Comunisti Unitari il governo tecnico del parlamentare Lamberto Dini. Negli anni da parlamentare fu importante il suo impegno nella Commissione parlamentare Antimafia, di cui fu anche vicepresidente. ”
¹

 

Questa è la biografia politica del Presidente Vendola e il Partito, come si evince, è stato il luogo della sua formazione identici per molti aspetti a quelli del Presidente della Repubblica Napolitano e di una classe dirigente, che ha guidato e, in molti casi, guida le istituzioni del Paese.

 

“Altri invece nel buio delle loro stanze, continuano a pensare al luogo con la propria forma mentis datata.” ²


Peccato! Un’altra occasione persa per comprendere la complessità della formazione politica e dividere la storia e la qualità degli uomini in funzione dei dati anagrafici, che non sempre fanno la differenza.

 

Giuseppe Cutrino

 

1 da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


2 “QUANDO IL LUOGO SI TRASFORMA IN NON LUOGO” di Giuseppe Toma, in Veglie News, Martedì 28 settembre 2010.