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da "Fernando"  - Giovedì 25 Settembre 2003

C'era una volta "lu geusu ti mienzu la chiazza..."

     Si ricorda “lu geusu ti mienzu la chiazza….”
E’ un modo di dire vegliese che sta ad indicare una cosa o una persona molto vecchia. Il detto deriva da un albero di gelsi che si trovava in piazza ma che ormai non esiste più da molti anni (un secolo e forse più).

Ora non esiste quasi più neanche il modo di dire…

     Eppure nessuno rimpiange l'albero, nessuno rimpiange la piazza così com’era 100 e più anni fa che di sicuro non risulterebbe tanto comoda e agevole per i nostri tempi, per i nostri ritmi di vita e per le nostre sempre più pressanti richieste di vivibilità di un centro storico.

     Penso che ai primi lavori di abbattimento dell’albero di gelsi e di rifacimento della piazza si gridò allo scandalo (non so se sia vero. E’ una mia supposizione).

     Successivamente però piazza Umberto I è diventata più bella da vedere, più gradevole da vivere, si sono affacciate sulla piazza nuove attività commerciali che hanno contribuito a renderla più frequentata e a farla diventare “l’ombelico” del paese.

     Ma gli anni passano. Le automobili si “riproducono” in maniera esponenziale e il traffico aumenta di conseguenza. Nasce quindi la necessità di chiudere la piazza al traffico automobilistico durante le ore serali per poter dare un po’ di tranquillità a tutte quelle persone che trascorrono piacevolmente la serata nella piazza “ombelico” del paese.

     Ma oggi siamo ad un’altra fase dello sviluppo di questa nostra “piazza”. Si è giunti al punto di dover far diventare realmente la piazza “l’ombelico” del paese. Di farla diventare un punto di ritrovo durante tutto il giorno e non solo per poche ore la sera. Non ha più motivo di essere una semplice “rotatoria” per le auto che devono dirigersi nei vari punti del paese. A un auto non fa certo differenza se invece di 200 metri ne fa 500 o 1000 o più per portare a termine un determinato tragitto.

     Tutti i paesi si stanno evolvendo. Tutti i paesi, da quelli minuscoli sperduti sulle montagne alle grandi metropoli, si stanno interessando a creare spazi a misura d’uomo nei loro centri. Si stanno creando isole pedonali per permettere a tutti di avere uno spazio dove potersi incontrare con la “comunità” senza essere circondati dal caos e dal rumore del traffico; di sedersi ai tavolini di un bar e gustare un caffè seduti fuori senza prendere oltre al caffè una bella boccata di “fumo d’auto”. Nella maggior parte dei paesi questo posto è proprio la “vecchia piazza del paese”.

     Senz’altro ci sarà qualcuno tra chi sta leggendo che avrà apprezzato e invidiato la piazza di quel paese dove ha trascorso le vacanze o dove si è trovato a passare per caso per un qualsiasi motivo. E avrà pensato: “Come sarebbe bello se anche Veglie avesse un posto così tranquillo!”.

     Ora anche a Veglie sta arrivando questo posto. La piazza, quella che noi amiamo tanto e quella che altri molto prima di noi (forse) hanno criticato, si sta rifacendo il look per diventare il salotto del paese.

     E’ vero. Hanno ragione i commercianti che hanno la loro attività in piazza Umberto I, dove attualmente si stanno svolgendo i lavori, a protestare per i disagi causati da tutto questo. Forse bisognerebbe dare loro qualche agevolazione per questo periodo di trambusto (non so quale, non so come e ancora peggio non so se è possibile) ma appena terminati i lavori credo che proprio i bar e gli altri esercizi che si sono lamentati ne avranno i maggiori benefici.

     Per quanto riguarda la viabilità, anche io ho “bestemmiato” i primi giorni quando mi sono dovuto recare in un negozio che si trovava in quei paraggi. Ho dovuto fare "tre volte il giro di tre isolati" per poter raggiungere il “traguardo”. Questo è successo qualche giorno prima che modificassero la segnaletica. Mi pare però che adesso, con la segnaletica modificata, fili tutto più liscio. Certamente è duro scardinare le abitudini di guida che abbiamo incamerato in tutti questi anni. Ma non è certo la prima modifica di segnaletica che si fa nel paese e neanche l’ultima. E non è neanche l’unico paese che modifica la propria segnaletica. Ne sa qualcosa chi va in giro tutti i giorni in vari paesi.

     E poi, come si è detto prima, la piazza non può più assolvere al ruolo di “rotatoria” e smistare tutto il volume di traffico proveniente dai diversi punti del paese. Per ovviare a questo penso che bisognerebbe intensificare la segnaletica direzionale all’interno del paese per permettere agli automobilisti di effettuare il percorso meno tortuoso.

     Resta il fatto comunque che il disagio è stato creato e il malcontento si è diffuso tra molti vegliesi (non credo tutti come invece titolano alcuni giornali) . Forse questi due aspetti si sarebbero potuti quantomeno attenuare facendo conoscere già da ora ai vegliesi quale sarà l’aspetto di piazza Umberto I dopo i lavori di ristrutturazione. Si sarebbe potuto allestire per esempio un modellino in scala del risultato finale oppure esporre manifesti con quella che sarà la nuova piazza. In questo modo forse qualcuno avrebbe potuto apprezzare il nuovo look e avrebbe evitato di sollevare polemiche sapendo che il risultato finale non sarebbe stato poi così sgradevole come si dice.

     Per concludere un’ultima riflessione. Sarà successo a molti di aver rimodernato la casa e di aver fatto modifiche o integrazioni a quella in cui si abitava da tempo. Anche una semplice imbiancatura o abbattere un solo muro crea scompiglio nella vita di tutti i giorni di una famiglia. A maggior ragione se per esempio si modifica un abitazione aggiungendo stanze o modificando quelle esistenti.
E allora perché rifare il look alla piazza di un paese deve sembrare una cosa tanto semplice da poter essere fatta senza creare un minimo di disagio?

Certo però c’è da sperare che tutto questo non duri più del tempo necessario. Allora sì, si potrebbe cominciare a gridare allo scandalo.

     E’ vecchia regola che “il cane che morde l’uomo" non fa notizia mentre vende più giornali scrivere “dell’uomo che morde il cane”.
Allo stesso modo alimentare polemiche (vedi
quotidiano del 9/9/03 o “Città Viva” del 15/9/03) fa più scalpore che attenuarle.
Ma cominciare a vendere la pelle dell’orso prima ancora di catturarlo non mi sembra proprio il caso.

Fernando


Articolo di Sabato 27 Settembre 2003 ripreso dal Forum di Controvoci (autore Daniela)

Punti di vista sulla piazza di Veglie

     Ricordo che, all' incirca 10 anni fa, iniziando a frequentare Veglie e venendovi più volte, ad un certo punto domandai quale fosse la piazza di Veglie (in riferimento alla piazza "principale" di Veglie). Mi fu risposto che la piazza principale era proprio quella da cui passavo tutte le volte che venivo in questo paese. A quel punto non potei fare a meno di pensare che, come piazza principale, quella era tra le più scialbe e trascurate che io avessi mai visto.

     Da allora mi sono chiesta spesso, passando da lì, perché nessuno si poneva il problema di migliorare l'aspetto della piazza.

     Ho esclamato: "Era ora!" quando ho appreso che i lavori di sistemazione stavano iniziando.

     Io non sono vegliese di nascita, vivo a Veglie solo da 6 anni, ed è ovvio che non ho ricordi particolari legati a quella piazza e, probabilmente, non penserò con nostalgia al suo vecchio aspetto una volta terminati i lavori, come potrebbe, invece, accadere ai miei amici, che l' hanno guardata sempre con l'occhio dell'affetto. Forse, se fossi nata e vissuta sempre qui mi sentirei come loro, defraudata dei miei ricordi, del mio passato, di un pezzo importante della mia vita e della mia storia...

     Ma, provate a riflettere... Giunge sempre il momento in cui bisogna ristrutturare la casa in cui viviamo, ammodernarla, migliorarla, rifare diverse cose, modificarne anche il prospetto... In quel momento non ci poniamo, di certo, il problema di ritrovarci, dopo gli interventi fatti, con una casa diversa da quella che era, da quella che abbiamo amato, da quella che conserva e risveglia i nostri ricordi più lontani... Abbiamo solo la consapevolezza che è necessario intervenire, che non possiamo lasciare che la casa cada a pezzi... E siate certi che, dopo i cambiamenti, continueremo ad amarla allo stesso modo, sarà sempre la nostra casa, anche se con un aspetto differente, un arredamento diverso o una disposizione nuova delle stanze.

     Le stesse considerazioni valgono per la piazza di Veglie: non poteva stare lì, abbandonata a se stessa ad imbruttirsi all' inverosimile. Mi auguro che da questi lavori ne esca migliorata esteticamente, in modo da lasciare nelle persone di passaggio un' immagine gradevole non solo di se stessa, ma di tutto il paese e in modo tale che nessuno possa transitarvi più, senza accorgersi che quella è "la Piazza" di Veglie, così come è accaduto in passato a me e a tante altre persone, venute a trovarmi da altri paesi.

     Non credo, poi, che l'immagine del paese venga sminuita da quel "cantiere pieno di fango": infondo, se quel "cantiere" è stato messo sù, lo si è fatto a scopo migliorativo, non certo demolitivo ("la funtana ti la chiazza" è sempre là e sarà sempre al suo posto, come simbolo del paese e di congiunzione tra passato e futuro).

     E' naturale poi, che dei lavori così complessi comportino disagio, soprattutto per i commercianti e per i nonni, che temporaneamente si vedono sfrattati. Ma se si vuole migliorare, a volte è necessario anche questo!

     Per quanto riguarda i nuovi sensi di marcia e la viabilità, a parte un momento di smarrimento iniziale, devo dire che, in realtà, non mi hanno cambiato la vita...

     Per concludere, mi auguro che questi interventi migliorativi a mano a mano coinvolgano tutto il centro storico, affinché non vi sia più quel contrasto stridente tra la periferia, in linea di massima curata e valorizzata, e il centro storico dall'aria così trasandata.

Daniela Della Bona


da "Chiara"  - Giovedì 2 Ottobre 2003

Facciamo il giro della piazza di Veglie

     Una sera, chiacchierando con alcuni amici su Veglie e i suoi piccoli ma significativi passi avanti, ci siamo ritrovati tutti d'accordo su una questione decisamente molto importante.

     La piazza di Veglie significativa rappresentazione del paese e di tutta la sua storia, viene interamente sconvolta senza che nessun abitante vegliese, se non chi risiede al potere, potesse dire la sua opinione.
So benissimo che ci sono stati degli incontri nei quali è stato illustrato il percorso costruttivo della piazza, che tra l'altro è solo all'inizio, ma so anche che la partecipazione a quest'evento è stata presenziata solo dal Comune e da chi è politicamente attivo a Veglie.

Chi fa Veglie?

     I suoi cittadini, chi vive ogni giorno in queste vie assaporando tutto quello che un paese carico di storia e passione può dare oppure chi è al potere che con poche parole senza il riscontro totale dei cittadini cambia le sorti di un pezzo di vita vegliese.

     Io sono di Veglie, nata a Veglie e avrei voluto che qualcuno avesse chiesto anche a me il consenso o comunque semplicemente la mia opinione su un cambio così radicale.

     Ho parlato con tante persone e credo non sia un caso che nessuno sia daccordo su queste modifiche, siamo tutti scontenti, rammaricati. La particolarità della nostra piazza era proprio il circuito,girare intorno alla fontana, in zona poche piazze hanno questa caratteristica, perchè uniformarsi agli altri e non mantenere invece quella particolarità che rendeva Veglie un paese prezioso sia per lo smistamento del traffico, sia per il significato storico che la piazza Umbero I° ha.

     Avete notato il traffico e il disagio che crea questa modifica? Un intero paese è stato rivoluzionato.

Ma chi l'ha deciso?

     Ho saputo che qualcuno dell'amministrazione ha sempre sognato la piazza versione dimezzata... io mi chiedo come può chiunque esso sia, decidere per gli altri, seguendo il suo, discutibile, gusto?

     Questo sarebbe un chiaro esempio di come la politica porta avanti le proprie ambizioni e non quelle della popolazione.

     Io e un numero consistente di cittadini diciamo NO alle modifiche della piazza e vorremmo che tutto il progetto sia rivisto e rifatto seguendo le esigenze di tutti.

     Questo si può fare organizzando un referendum a Veglie nel quale ogni cittadino può dire "si" o "no"ai cambiamenti della piazza.
A quel punto si potra' dire che Veglie intera ha deciso veramente qualcosa per se.

     Io sono convinta che con la volontà tutto può cambiare,tutto può essere ancora definito e soprattutto sono consapevole di rappresentare una buona fetta di vegliesi.

     E poi per rispondere ad una lettera non credo che si possa accettare il giudizio freddo e distaccato di qualcuno che non ha vissuto qui tutta la sua vita.

     Essendo vegliese ho il diritto e il dovere di difendere ogni mattone di Veglie, anche se esteticamente poco soddisfacente esso rappresenta comunque una storia importante,la storia di Veglie.

Chiara


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