dalla "Premessa" del
libro (di Raffaele Caldararo, autore):
Come nasce il libro
Nel 2006 il romanzo "Il Codice Da
Vinci" di Dan Brown, divenuto subito un "best seller" in tutto il
mondo, ha richiamato l'attenzione dei lettori sull'importante tema
del rapporto tra fede e scienza, suscitando un interesse tanto
straordinario che ne è nato un film.
Pur trattandosi di un "romanzo", gli
argomenti che vi sono trattati toccano molti interrogativi, cui da
tempo tento di dare una risposta, circa le ragioni per cui alcuni
movimenti religiosi hanno coinvolto uomini di scienza di fede e
gente comune su talune verità di fede, o ritenute tali, in modo così
radicale e profondo da esserne testimoni con la morte.
L'attuale contrapposizione tra mondo
cristiano e mondo islamico, che - dopo l'attacco alle Torri Gemelle
del settembre 2001 - in alcune parti del mondo si è trasformato in
vera e propria guerra, induce a riflettere sulla forza eccezionale
dei movimenti religiosi, con notevoli implicazioni socio-politiche,
che impegnano le coscienze dei popoli e mettono in pericolo la pace
universale.
Mi sono chiesto se siano state (o lo
siano ancora} giustificabili le crociate, le guerre, gli attentati,
le mostruosità operate in nome di qualcosa che si configura come
"Bene" contro qualcosa (o qualcuno) che si configura come "Male".
Può la contrapposizione religiosa -
da sola - render ragione degli attriti che sconvolgono ancora oggi
l'umanità?
"L'Islam ha la tendenza a vedere
nel capitalismo l'antagonista, il Satana che bisogna distruggere
- afferma il filosofo Emanuele Severino -. Se ci si avvicina al
fenomeno, allora le cose cambiano aspetto perché l'Islam non può
essere considerato un fatto a noi estraneo, non occidentale.
Appartiene all'Occidente. La comune matrice vetero-testamentaria è
fuori discussione, poi l'Islam adotta anche testi evangelici, sia
pure reinterpretandoli... C'è, sia da parte della cultura filosofica
occidentale, sia da parte della cultura filosofica dell'Islam, il
comune intento di mostrare come la rivelazione religiosa sia in
accordo con la sapienza greca, considerata come la suprema forma di
razionalità..."
Ciò di cui parla Severino è
straordinario: la "sapienza" greca, come base unificante di due
visioni religiose tanto (apparentemente) dissimili!
Ma allora, a noi uomini d'oggi, deve
essere sfuggito qualcosa di molto importante, di grandioso e
decisivo, se ci è detto di tornare indietro di 2500 anni; perché la
"sapienza", indispensabile per affrontare e risolvere i problemi del
mondo, dobbiamo andarla a cercare rileggendo Plotone ed Aristotele!
Ecco spiegato il perché di questa
ricerca, che - ben lungi dall'avere la pretesa di essere esaustiva -
vuole porsi come un piccolo salto nel passato, in quegli aspetti
storici, letterari, filosofici, scientifici e anche, perché no,
tradizionali e popolari, che hanno caratterizzato varie epoche e
vari uomini, focalizzando l'attenzione sulle loro credenze ed
esperienze religiose, e quindi alla luce della loro fede in più
divinità o in un solo Dio.
Questa ricerca è anche il tentativo
di dimostrare che i gravi problemi dell'umanità odierna non potranno
essere risolti senza perdere di vista il nostro passato, le nostre
radici, senza far ricorso alla sapienza degli "antichi", dei
fondatori del pensiero umano, dei "padri" della/e civiltà, in quello
che hanno lasciato di bello e anche di brutto, in modo da esercitare
le capacità di discernimento, mettendoci sulla via del Bene,
dell'Utile e del Bello, che danno valore alla nozione di progresso
umano, sempre in bilico tra egoismi di vario genere e Bene comune.
Ecco giustificata la "SEZIONE" del
mio lavoro dedicata alla biografia e all'opera di Ennio De Giorgi,
un personalità della CULTURA tout court, a noi vicina nel tempo e
nello spazio, divenuta paradigma, esempio da imitare per avere
saputo coniugare senza pregiudizi i "saperi", superando la deleteria
contrapposizione tra "sapere scientifico" e "sapere umanistico"
inclusa la "visione religiosa del mondo".
Ed ecco giustificata anche la
testimonianza di coloro che hanno avuto la fortuna di avere avuto il
prof. De Giorgi come maestro di scienza e di vita, i cui
insegnamenti hanno mediato con successo.
Ed ecco infine il senso di
gratitudine, che ho voluto far trasparire in tutte le fasi di questo
lavoro per le persone, verso cui abbiamo un debito impagabile per
averci messo al mondo, nutrito fisicamente e intellettualmente e
che, nel corso della loro vita e nel loro piccolo grande mondo,
hanno saputo conciliare fede e scienza molto più e molto meglio di
quanto noi oggi, arroccati su presunte consapevolezze, riusciamo a
fare.
Raffaele CALDARARO
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