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								Associazione   Sportiva e Culturale 
								 "Giovanni 
								Paolo II" |  
					ORGANIZZA 
					
					   
					Ricordando un Amico   
					partita 
					di calcio in memoria di 
					
					   
					Giuliano Frassanito     
						
							
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								Giuliano Frassanito 
								(Foto tratta dal libro "...e la mezzala sparò 
								alto..." di C.Fai e E.De Benedittis - 1997) | 
								
								Domenica 5 Giugno 2005 ore 17.00 
								
								Campo Sportivo Comunale   
								
								Parteciperanno "vecchie" glorie 
								
								degli anni '70 - '80 - '90   
								
								
								Un Grazie particolare all'Associazione Sportiva 
								Veglie |  
 
					da "La Gazzetta 
					del Mezzogiorno" del 9 agosto 1981 
					Morto giocatore del 
					Veglie 
					Lecce - Dopo 
					due giorni di degenza in gravi condizioni presso l'ospedale 
					civile "Vito Fazzi " di Lecce, è morto Giuliano Frassanito, 
					Capitano della Neopromossa squadra di calcio del Veglie, 
					rimasto vittima l'altra sera di un incidente stradale. 
					L'uomo, che aveva 
					compiuto da poco 30 anni, è uscito fuori strada con la 
					propria auto sulla Lecce-Veglie, mentre faceva ritorno a 
					casa. Per 2 giorni è rimasto in coma presso il nosocomio 
					leccese. Poi la notte scorsa è deceduto. Giuliano Frassanito, 
					oltre che fare il calciatore per diletto, lavorava come 
					geometra presso l'Ufficio Tecnico del Comune di Veglie. Ieri 
					si sono svolti i funerali. 
					(Articolo tratto dal libro "...e la mezzala sparò 
					alto..." di C.Fai e E.De Benedittis - 1997)
 
 
					ASPETTANDO GIULIANO 
					Un'andatura 
					flemmatica, mai nervosa o guizzante se non su un campo di 
					calcio, un sorriso sornione sotto un baffo giallo come il 
					grano maturo, grandi occhi del colore del più bel mare 
					d'estate, una faccia da schiaffi: Giuliano, il primo, vero, 
					grande dolore della mia vita. 
					Eravamo tutti un po' 
					innamorati di te e cercavamo la tua compagnia. Amico, 
					confidente, fratello. Lo scherzo, il gioco, la complicità. 
					Quante risate. Nessun calcolo, nessun rancore, poche 
					innocenti bugie. 
					I tamburelli, le 
					secchiate di acqua gelata, le granite con panna di 
					Antonella. La chitarra e le tue canzoni un po' stonate. La 
					frutta nella camicia da dividere con gli amici. Il pane 
					"acqua e sale" mangiato con le mani da un piatto comune, da 
					veri compagni. La tua generosità, il tuo ottimismo, la tua 
					capacità di scherzare, il tuo saper parlare con tutti, 
					grandi e piccini. Chi riusciva a non volerti bene? Ogni 
					particolare riaffiora facilmente alla mente e sgomita per 
					essere primo sugli altri. 
					Eppure, per chi hanno 
					significato queste parole? Chi può capire? Chi può sapere? 
					Parole lette da uno sguardo distratto. Parole che 
					intrecciano solchi profondi, pezzi di vita, i più belli 
					(oggi lo so) perché spensierati e giocosi. 
					Giuliano però ora non 
					c'è. 
					Per i più è andato via 
					per sempre. Per me, no. L'ultima volta ha preso in braccio 
					mia figlia, l'ha sollevata sulla sua testa e le ha fatto due 
					smorfie per farla ridere. Mi rifiuto di sapere. Mi 
					raccontano bugie. Io so che rivedrò sicuramente quel suo bel 
					volto solare.Lo rivedrò più tardi.
   (Testimonianza 
					tratta dal libro "...e la mezzala sparò alto..." di 
					C.Fai e E.De Benedittis - 1997) |