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								Sintesi relazione conclusiva   
								Non è facile sintetizzare in 10 minuti una 
								esperienza, che per me dura da 15 anni. Ci 
								provo. 
								Tralascio i numeri, affido agli interventi 
								successivi i tanti progetti finanziati. Mi 
								soffermo sul quadro di idee e sul progetto 
								unitario che li sorregge. Non è stato “un fare” 
								senza una filosofia, senza una visione d’insieme 
								dello sviluppo dell’area.   
								L’Arneo 
								Nel 1994 quando avviammo il progetto Leader il 
								primo nome del Gal fu: “Nord-ovest Salento”. 
								Erano coinvolti sei comuni: Veglie, Salice, 
								Campi, Porto Cesareo, Guagnano ed Arnesano. Dopo 
								qualche mese anche Leverano. Insistemmo molto 
								per l’adesione di Nardò ma non fu possibile per 
								motivi politici. 
								Non era l’Arneo, senza Nardò. 
								Nel 2000, a progetto Leader II già avviato, 
								aderì Nardò al consorzio dei Comuni. Fu facile 
								modificare la denominazione in Terra d’Arneo. 
								Vincemmo qualche resistenza per non buona nomea 
								del consorzio di Bonifica di Terra d’Arneo, 
								sinonimo di balzelli inutili, ingiustamente. 
								L’Arneo: 42 mila ettari (28 mila nella provincia 
								di Lecce) – Fino agli anni ’50 latifondo di 
								proprietà dei Tamborrino. 
								Il Leader+ ha potuto inserire solo un parte di 
								questo vasto territorio: Nardò, Veglie, Salice, 
								Guagnano e PortoCesareo. 
								Con il prossimo Leader, finalmente, l’area dell’Arneo 
								salentino rientra tutta nella nuova 
								programmazione: ai cinque comuni si aggiungono 
								Copertino, Leverano, Carmiano e Campi.  
								L’area è stata studiata e conosciuta nella sua 
								identità: in 10 anni 20 pubblicazioni, 5 
								tesi di laurea, un film-documentario, una mostra 
								sulle lotte dell’Arneo, un sito web. 
								Mancano ancora molti aspetti di conoscenza 
								(storici, sociali, letterari, artistici…(Bodini, 
								Salvatore Paolo e Ercole Pignatelli…) 
								Le due anime dell’Arneo: il mare e la terra sono 
								ricchissime di beni naturali: 
								2 parchi naturali (Porto Selvaggio e Parco 
								marino di Porto Cesareo-Nardò), 6 aree Sic, 
								brandelli di macchia Mediterranea (Veglie e 
								all’interno della Pista); è ricca di rilevanti 
								beni architettonici: masserie, ville liberty, 
								case coloniche; la sua storia culturale ruota 
								prevalentemente intorno ad una cultura agricola 
								contadina. 
								E’ una terra carica di problemi e dall’identità 
								incerta: 
								- l’abusivismo edilizio, la marginalità rispetto 
								al resto della penisola salentino, la 
								frantumazione istituzionale, la nuova 
								colonizzazione energetica. I pericoli: 
								mega-impianti energetici, il nucleare, il 
								dissalatore…. 
								Molto rimane ancora da fare per dare coscienza 
								identitaria a questa terra e farla conoscere 
								meglio anche ai salentini, in Italia e 
								all’estero. Con il Leader abbiamo fatto un 
								tentativo ma non basta.   
								(…) 
								Le idee 
								chiave del nostro programma (si conoscono poco 
								ma fortemente ispiratrici) del Piano di sviluppo 
								locale di Terra d’Arneo, anche in prospettiva 
								futura, sono:   
								1. Lo sviluppo locale basato solo sulla 
								capacità di mettere insieme tradizione e 
								innovazione 
								E’ risaputo che il mondo rurale e contadino è 
								molto conservatore. Ma è anche risaputo che la 
								conservazione senza evoluzione è morte e che la 
								evoluzione senza conservazione è follia. Il 
								Leader è stato pensato per sconfiggere la morte 
								e la follia nello sviluppo del mondo rurale. 
								Ci siamo riusciti? Sì, penso proprio di sì. E’ 
								l’esperienza più innovativa dell’area. Penso al 
								turismo rurale: 150 posti letto senza 
								cementificare, utilizzando le risorse esistenti. 
								Ancora tanti piccoli laboratori per la 
								valorizzazione del cultivar minore e 
								dell’artigianato locale. Tutti i nostri 
								beneficiari sono dei piccoli laboratori 
								innovativi.  
								Il limite attuale di questa innovazione è che è 
								stata un’esperienza pilota non ancora diffusa. 
								(…) 
								2. Il legame tra i diversi aspetti 
								dell’economia rurale 
								Abbiamo molto utilizzato l’acronimo di Leader: 
								il legame tra diversi aspetti dell’economia 
								rurale: insieme agricoltura, artigianato, beni 
								naturali, beni culturali, turismo. 
								Il fiore all’occhiello di questa esperienza sono 
								state le reti: quella dell’artigianato e quella 
								del turismo rurale con il tentativo di 
								collegarle tra di loro. 
								(…) 
								3. Il locale e il globale 
								Il Leader ha affrontato per l’economia rurale 
								anche i due aspetti della medesima follia 
								dell’attuale crisi economica e  le due 
								configurazioni estreme del sistema economico 
								attuale: l’isolamento in una identità chiusa e 
								senza alcuna contaminazione culturale e, 
								all’opposto, la distruzione delle diversità 
								biologiche e culturali, l’omologazione e la 
								globalizzazione. 
								I progetti dell’asse due del Leader sono la 
								risposta  ad una presa di coscienza di questa 
								difficile problematica: il localismo da una 
								parte e la crisi dei mercati internazionali 
								dall’altra. Il progetto dei Piccoli comuni, che 
								ha messo insieme sette Gal (5 della Basilicata e 
								2 del Salento), seguito dal consigliere Cosimo 
								Caputo, è ben riuscito. Altrettanto dicasi per 
								il progetto Eurovillage, seguito da Arcangelo 
								Fina. Ringrazio entrambi. La stessa cosa per il 
								progetto Leader Med, che ci ha visti partner 
								della Siria, progetto seguito dal consigliere 
								Pinuccio Giuri. Progetto in progress i cui 
								risultati conosceremo in futuro. 
								Sono in programma sei-sette progetti per il 
								nuovo asse due: eviteremo meno improvvisazione e 
								più organicità nel rapporto tra asse uno e asse 
								due.  
								(...) 
								Le conclusioni 
								L’esperienza del Leader non è stata 
								un’esperienza-isola dal resto dei problemi 
								locali e mondiali. E’ mia, e non solo, 
								convinzione, che la tragedia dell’oggi non è 
								economica ma filosofica. Abbiamo scritto che non 
								esistono pensieri unici e ricette univoche per 
								lo sviluppo locale. E’ vero. Ma esistono 
								indirizzi e orizzonti ineludibili. Basta con un 
								modello di sviluppo basato sul primato 
								dell’industria,  sulla quantità  e consumo avido 
								dei prodotti della terra. Basta con la ricchezza 
								prodotta da processi finanziari e non dal 
								lavoro. E’ ora di tornare all’essenza, alla 
								verità dei bisogni. Sta per arrivare la fame, la 
								fame del nutrimento giusto. Ma sta per venire il 
								rifiuto dei veleni e dello spreco. Allora il 
								figliol prodigo tornerà alla casa del padre, 
								riscoprirà la Terra Madre e inizierà  la 
								resistenza contro l’impero del saccheggio della 
								natura. Ci sveglieremo quando capiremo che 
								dietro la nostra fame c’è una tremenda nostalgia 
								di qualità. 
								L’attuale impero economico globale, come Roma, 
								crolla ma continua a comandare. E allora si 
								resiste costruendo nuove pievi, nuclei di 
								solidarietà basati non sull’utilità o il 
								piacere, ma sul buono e sul giusto. Il ritorno 
								alla terra, il ritorno dei contadini: da qui 
								inizia il nuovo umanesimo. Il Leader per come 
								l’abbiamo vissuto noi è stata una forma di 
								resistenza, senza scontri frontali e senza 
								guerriglia, contro nemici invisibili. I 
								contadini di Terra d’Arneo di ’50 anni fa 
								conoscevano i latifondisti e potevano scontrarsi 
								con essi. Con quelli di oggi non è possibile 
								scontrarsi. Non sono persone, sono fantasmi. Se 
								attuato nel suo vero spirito, anche il prossimo 
								Leader, non può non essere una forma di 
								resistenza.  
								Dopo 15 anni lascio il Gal Terra d’Arneo, un Gal 
								ancora adolescente, con le prospettive e le 
								turbolenze dell’adolescenza, ma con forti e 
								robuste radici. 
								Cinque anni fa, all’inizio del Leader+ mi fu 
								regalata una piantina di un fragno, pianta da 
								noi rara, prodotta da un nostro beneficiario. 
								L’ho piantata nel mio giardino, in una 
								situazione difficile per il clima, per la 
								concorrenza di tante radici e per mancanza di 
								spazio. E’ cresciuta, lentamente, ed ora è quasi 
								di tre metri. E’ una pianta che cresce senza 
								fiorire e senza apparire. Come il Leader di 
								Terra d’Arneo. 
								Invece, per il futuro, sono sicuro: anche il 
								fragno-Leader Terra d’Arneo fiorirà.  
								Grazie a tutti. 
								Antonio Greco |