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"Mozione per riduzione assessori - Aprile, Stefanizzi, Greco"  -  25 ottobre 2007  

 “Riduzione a quattro del numero di assessori”

(Mozione dei consiglieri Aprile – Stefanizzi - Greco,

inviata al Presidente del Consiglio e al Sindaco del Comune di  Veglie)

 

Oggetto: Mozione su “Riduzione a quattro del numero di assessori” – art. 32 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale

I sottoscritti consiglieri comunali promuovono un voto del Consiglio Comunale sulla riduzione del numero degli assessori presenti in Giunta.

Premesso che

  • l’opinione pubblica, nazionale e locale, in questi mesi ha spinto le forze politiche a ridurre i costi della politica, ormai insopportabili ed esorbitanti;

  • la situazione finanziaria del Comune di Veglie presenta diverse criticità, anche e nonostante la finanza creativa messa in atto dall’attuale amministrazione con gravi rischi per i bilanci futuri;

  • l’operato di alcuni assessori è insignificante e in alcuni casi scarso

letto l’art. 32 dello Statuto Comunale che recita: “La Giunta è composta dal Sindaco e da un numero massimo di 7 Assessori…”;

considerato che la riduzione degli assessori presenti in Giunta non necessita di nessun altro atto propedeutico amministrativo se non la volontà politica di apportare questa riduzione e senza attendere disposizioni governative in materia di tagli ai costi della politica

il Consiglio Comunale
 

promuove

  • un voto alla Giunta Comunale perché deliberi immediatamente, massimo entro dieci giorni dalla presente, sul seguente oggetto: “Riduzione del numero degli assessori da 7 a quattro”.

    Con osservanza.

    Veglie 25 ottobre 2007
     

Per i consiglieri Aprile – Stefanizzi - Greco
 

 

"dott. Walter Mazzotta"  -  29 ottobre 2007  

 A proposito della proposta

di ridurre il numero degli assessori...

Con tutta sincerità non sono una persona facilmente incline ai dibattiti politici via internet, anche perché mentre parlo mi piace guardare in faccia gli altri, però grazie alla tecnologia sempre più incoraggiante e diffusa, i siti informativi locali, offrono l’opportunità di fare chiarezza su equivoci sempre più emergenti nell’agora politico-amministativa cittadina.

Un solerte cittadino vegliese, forse, a giusta ragione, per stuzzicare i miei sopiti spiriti bollenti, che non mancheranno di risvegliarsi al più presto, mi ha messo nella cassetta della posta del giornale “LA VOCE DI VEGLIE”, una copiosa documentazione su una minuscola diatriba iniziata da un così detto gruppo di centro sinistra capeggiato dal Rev. Antonio Greco, il quale nel suo piccolo vorrebbe risolvere i grandi problemi del paese proponendo la riduzione degli assessori da sette a quattro. Ma, oggi, mi chiedo non fu proprio lui che nell’Amministrazione 93/97, unitamente a quella ciurma di sinistra, portò in Consiglio un atto deliberativo che “ imponeva” l’aumento economico delle indennità di carica per il Sindaco e gli Assessori?

Peraltro, egli prendeva spunto dell’iniziativa dell’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, guarda caso esponente di centro sinistra, che istituiva ed incoraggiava le indennità di carica per gli amministratori Comunali.

Non fu proprio il Rev. Antonio Greco che invece di non pesare sulle casse comunali continuando a fare il docente scolastico preferì mettersi totalmente in aspettativa per prendere un’indennità di carica di Sindaco, il cui importo economico era maggiore dello stipendio di docente?

E allora mi chiedo e proprio vero che certe persone vogliono fare apparire di possedere pubbliche virtù ma che poi tra le mura domestiche politico amministrative hanno solo vizi privati.

Caro Reverendo i sermoni facciamoli “ai creduloni” non certamente a coloro che hanno intelligenza per intendere.

La popolazione vegliese ha bisogno di uomini capaci di parlare con chiarezza e lealtà soprattutto affrontando concretamente gli annosi problemi dell’economia cittadina fatta di agricoltura in ginocchio, di artigianato precario e di galoppante disoccupazione giovanile.

La prego di non seguire, anche se spesso prende spunto da lui, le orme del presidente Prodi che parla di riduzione dei costi della politica, magari diminuendo il numero dei Deputati, quando, d’altro canto, aumenta il numero degli Enti inutili fatti di Direttori Generali, porta borse ecc. che fanno sempre più splafonare il debito pubblico.

In fatto di coerenza, qualità che non è il suo forte, lei ha però la virtù di essere pari pari uguale al suo illustre collega, vissuto a Lucugnano, il quale soleva dire “Fate come vi dico, ma non fate come faccio”……….
 

Dott. Walter Mazzotta

 

"Dania"  -  30 ottobre 2007  

Una "nota stonata" nell'intervento del dott. Mazzotta

Egregio Dottor Walter Mazzotta,

Ho letto il suo intervento del 29-10-007 apparso su Veglienews. Saranno giuste, saranno sbagliate, le cose che va asserendo? Non ne sono a conoscenza. Di certo so che una buona discussione, dove si ha il coraggio di esprimere - e l’onestà di sottoscrivere - le proprie convinzioni, non può che portare buoni frutti.

Cos’è, allora, che mi spinge ad intervenire? Una nota, una sola piccola nota, che mi risulta stonata. Un titolo ecclesiale sul quale lei insiste, fino a volerlo far apparire offensivo.

Lo sanno tutti, lo so pure io, benché, per quanto ami Veglie, continuo ad abitare a Milano, che il Signor Antonio Greco è stato sacerdote. E lo sanno tutti, come lo so io, che ad un certo momento della propria vita ha capito di dover seguire un’altra strada. Lo ha fatto quel passo, e questo gli fa onore; solo lui e Iddio possono sapere quanto sia stato difficile e doloroso. A tanti quel coraggio è mancato, e i risultati hanno pesato anche sulla Chiesa.

Certo il Signor Antonio Greco non ha bisogno di essere difeso da alcuno. Sono io che stento a sopportare le offese gratuite e quella nota, che non necessitava al suo articolo, a me è suonata come tale. E vorrei tanto venisse cancellata.

In bocca al lupo, invece, per il proseguo della sua discussione vegliese.

Cordialmente.
 

Dania –Daniela Freguia
 

 

"dott. Walter Mazzotta"  -  31 ottobre 2007  

Ogni nota esprime "sonorità"

Quella Parola "REVERENDO"  di tutta onorabilità che per gli immeritevoli appare offensiva

Gentile sig.ra Dania - Daniela Freguia,

pur non avendo modo di conoscerLa personalmente, anzi me ne dia l'opportunità, mi offre, tuttavia, lo stimolo di ritornare su un argomento, peraltro complesso e non facile da capire per i molti, sullo Status Sacerdotale del Sac. Antonio Greco. Che comunque, potrebbe chiamarsi anche in modo diverso, visto che in Italia altri casi del genere ve ne sono ( se pur pochi..).

Mi permetta, però, di chiarirLe che la parola "Reverendo" da me usata nell'intervento su VEGLIE NEWS, rientra nel codice personale di buona educazione, virtù ereditata da mio padre Dott. Antonio Mazzotta, il quale giustamente mi suggeriva di anteporre ad ogni nome e cognome le qualità professionali o di onorabilità conseguite con i tanti sacrifici di studio o di stima maturati, per alcune famiglie, nel corso delle generazioni.

Detto questo, se pensa che il Sac. Antonio Greco non meriti la onorabilità di avere il titolo di Reverendo, vuol dire che prenderò a cuore le sue perplessità, visto che le contraddizioni dei nostri tempi ci portano a vedere il bianco in nero, e quindi la parola Le sembra offensiva, vuol dire che mi limiterò ad attribuire al Sac. A. Greco il suo giusto appellativo di Ministro di Culto, senza Giurisdizione, così come prevede il Diritto Canonico, la Dispensa del Celibato di cui il Sac. Greco è titolare, emessa dal COLLEGIO (o CONGRECAZIONE) del CULTO DIVINO e DISCIPLINA dei SACRAMENTI, in data 3 Marzo 1995, prot. N° 789/94/S, che con autorevolezza gli impone di essere distante da ogni luogo religioso, del tipo Seminari o Istituti equiparati, Comunità religiose ecc. dove egli in passato ha svolto la Giurisdizione, compreso Veglie, perché di non buono esempio.

Più specificatamente sullo Status Sacerdotale indelebile del Sac. Greco, mi consenta di mettere qui il punto data la complessità della materia, per il quale visti i miei approfondimenti ed il materiale acquisito in questi anni, compreso un autorevole parere scritto da un Cardinale della Santa Sede, Docente di Diritto Canonico, che asserisce che un Sacerdote privo di giurisdizione, come nelle fattispecie del Sac. A. Greco, non può ricoprire la carica di Sindaco di un Comune (questo a dimostrazione, solo per esclusiva coerenza di principio e rispetto della legalità che, a mio parere, Veglie è stato amministrato per alcuni anni in regime di illegittimità), potrei scrivere una compendiosa pubblicazione quasi enciclopedica.

Con stima,

Dott. Walter Mazzotta


In riferimento alla risposta del 31 ottobre 2007  del dottor Walter Mazzotta sopra riportata, la Redazione di Veglie News, prima di pubblicare, ha chiesto allo stesso la conferma che quanto riportato dalla Dispensa della Santa Sede, e messo in risalto nel suo intervento, fosse di pubblica consultazione e questo per essere certi di non oltrepassare il limite della privacy dell'interessato. Alla nostra richiesta, il dottor Walter Mazzotta ci ha risposto con la seguente email chiedendoci di pubblicarla in calce al suo intervento:

Egregio Sig. Fernando Leardi di Veglie News,

Le comunico che il documento in mio possesso, ovvero la Dispensa della Santa Sede riferita nella missiva, è a corredo del mio ricorso nelle sedi competenti riferentesi alla ineleggibilità alla carica di Sindaco del Sac. Antonio Greco. Di tale documento si è più volte dibattuto nelle aule competenti alla presenza di numerosa platea e cittadini di ogni sorta, interessati, o non, all'argomento. Si tratta di un atto pubblico che fa riferimento ad una persona, ovvero il Sac. Antonio Greco, che al momento ricopre una carica pubblica nell'amministrazione comunale di Veglie, le cui qualità umane e professionali possono (e devono essere) oggetto di opinabile discussione (questo rientra nella sfera del Diritto di cronaca, garantito costituzionalmente).

Peraltro, se non erro, e Le chiedo conferma, il Sac. Greco è titolare di un sito internet personale, che esordisce con una sua megalomane gigantografia in cui parla di sé e fa parlare di sé.

Vista la predisposizione a pubblicizzare la sua biografia, è bene che aggiungesse, ad onor di completezza e trasparenza, i contenuti della suddetta Dispensa della Santa Sede, integrando una parte focale della sua storia non certo meritevole da ricalcare soprattutto per le nuove generazioni. La persona coerente o dice tutto o niente nella propria biografia. Le cose monche non appartengono alle persone tutte d'un pezzo.

Se poi il Sac. Antonio Greco ritiene (o ritenesse) che qualunque riferimento alla sua vita personale, politica o di ogni altro genere, possa ledere la privacy, è bene che si ritirasse dalla vita politica per rinchiudersi nell'eremo della vita privata.

Così facendo ci dimenticheremmo della sua immagine, della sua condotta morale, o non, e di tutto il resto che ha reso incomoda la vita politico-amministrativa di questi grigi anni politici vegliesi.

In conclusione l'autorizzo a pubblicare la precedente missiva rendendomene responsabile od ogni livello.

Con sincera cordialità e stima

Dott. Walter Mazzotta
 

 

"Redazione di Veglie News"  -  2 novembre 2007  

A proposito degli interventi del dottor Walter Mazzotta

 

Ci sembra opportuno intervenire, come redazione, sugli interventi fatti in questi giorni dal dottor Walter Mazzotta riguardanti la riduzione degli assessori e poi “strabordati” su inutili disquisizioni di carattere personal-formale.

Nulla da eccepire da parte nostra sull’intervento del dottor Mazzotta quando si mette in risalto che: “fu proprio l’Amministrazione Greco 93/97 che portò in Consiglio un atto deliberativo che “imponeva” l’aumento economico delle indennità di carica per il Sindaco e gli Assessori”;

che: “egli (Greco) prendeva spunto dell’iniziativa dell’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, guarda caso esponente di centro sinistra, che istituiva ed incoraggiava le indennità di carica per gli amministratori Comunali”;

che: “fu proprio *** Antonio Greco che invece di non pesare sulle casse comunali continuando a fare il docente scolastico preferì mettersi totalmente in aspettativa per prendere un’indennità di carica di Sindaco, il cui importo economico era maggiore dello stipendio di docente”.

Anche per il resto dello stesso intervento del 29 ottobre non abbiamo niente da eccepire. Sono situazioni tecnico-politiche che ognuno è libero di interpretare secondo il proprio parere e secondo la propria formazione politica.
Fin qui, ripetiamo, non abbiamo nulla da obiettare... Si può essere favorevoli o meno a quanto espresso dal dottor Mazzotta, ognuno può trarre le proprie conclusioni.

Quello che invece ci sembra fuori luogo fra tutto quello che dice il dottor Mazzotta, sia nell’intervento del 29 ottobre e (soprattutto) in quello del 31 ottobre, è l’accanirsi, fino a rasentare l’insulto, su quel “titolo formale” di “Rev.” o “Sac.” riferito al prof. Antonio Greco.

Va bene discutere e mettere in evidenza il ricorso con cui il dottor Mazzotta porta in primo piano l’ineleggibilità alla carica di sindaco del prof. Antonio Greco nei suoi mandati per cavilli che riguardano il diritto canonico o il diritto civile;

Va bene mettere in evidenza che nella biografia del sito di Antonio Greco manca del tutto la parte relativa al suo passato da sacerdote, lacuna che può essere considerata una mancanza di rispetto verso i suoi elettori che dovrebbero sapere tutto di un loro rappresentante;

Va bene discutere sulle qualità umane e professionali di chi ricopre cariche pubbliche;

Ma secondo noi è proprio fuori luogo ridursi poi a fare del banale e gratuito sarcasmo senza un minimo di rispetto per la professionalità altrui, anche se questi è un avversario politico. Ci sembra poco consono per una discussione tra persone di un certo livello e stile.

Spesso siamo stati in disaccordo con il prof. Greco, arrivando anche ad animate discussioni proprio su questo sito, ma il rispetto per la persona è altra cosa e travalica le opinioni personali. E proprio per lo stesso rispetto verso le persone, ci siamo permessi di replicare al dottor Walter Mazzotta che ci auguriamo possa apprezzare il senso del nostro intervento e che speriamo di ospitare ancora su queste pagine.

La Redazione di Veglie News

 

"dott. Walter Mazzotta"  -  2 novembre 2007  

Una finale precisazione sul seguito rivolto alla signora Dania

Gentile Redazione,

ritengo opportuno, e qui chiudere gli interventi, per non essere prolisso, sul breve dibattito iniziato a proposito della minuscola e demagogica proposta del Sac. Antonio Greco riguardante l'iniziativa di ridurre gli assessori da sette a quattro (e perchè non anche il numero dei consiglierei da venti a dieci?, magari autoescludendosi, consentendo così un' ulteriore diminuzione dei costi della politica locale).

L'allargamento del dibattito sullo status sacerdotale del Sac. Greco, come Loro ben sanno, è scaturito dalle incertezze, perplessità e forse legittime lacune culturali, della sig.ra Dania in merito al fatto che un Sacerdote, ovvero una figura sacramentata, non può, dall'oggi al domani, svincolarsi da un giuramento fatto agli occhi di Dio il cui diniego porterebbe allo spergiuro.

Ciò spiega la poca serietà che oggi, spesso e volentieri, porta le nuove generazioni, poco indottrinate in tal senso, ad un crescente ed iperbolico insuccesso di matrimoni che comunque sono vincolati dal giuramento di fedeltà, fatto, anche esso, agli occhi di Dio e quindi sacramentati.

Si tratta, sia nel caso del Sacerdozio che del Matrimonio, di Sacramenti indissolubili, per chi ha fede, per cui sia nell'uno che nell'altro caso, il giuramento rimane sino alla fine dei giorni umani. Era quindi un doveroso chiarimento, o se vogliamo una semplice erudizione, rivolta alla sig.ra Dania, con cui si voleva far capire che i Sacramenti Cristiani accompagnano l'uomo per l'intero tragitto della sua esistenza. Nulla si voleva dire oltre, anche perché ci sono tempi, luoghi e modi per riprendere, se sarà opportuna, la diatriba politica con il Sac. Greco, che qui potrebbe essere solo limitativa e fraintesa.

Con stima

Dott. Walter Mazzotta

 

"Dania"  -  4 novembre 2007  

Un semplice "Sig." per tagliare la testa al toro

Egr. Dott. Walter Mazzotta,

Non ci crederà, ma con lo scorrere degli anni, per quanto mi dia da fare per formarmi una cultura, mi trovo sempre punto accapo perché, ogni giorno di più, m’accorgo di quanto siano limitate le mie conoscenze. Altro che una lacuna!

Sono cattolica, e la mia fede, sicuramente tiepida, ha superato tanti dubbi e incertezze aggrappandosi al Comandamento dell’Amore; “Ama il prossimo tuo come te stesso”, “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.

Conosco l’indissolubilità del matrimonio e, con l’assemblea in festa, ho cantato più volte il Salmo 109,4     “tu es sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech”,   ma questo non mi fa giudice di nessuno. Del resto, ho anche sentito parlare di annullamento di matrimonio e di riduzione allo stato laicale. L’annullamento del matrimonio restituisce il celibato ai due coniugi; la riduzione alla stato laicale rende il sacerdote “laico” a tutti gli effetti.

Per concludere, Dott. Walter Mazzotta, la prego, tagliamo la testa al toro! Provi a sostituire nel suo articolo “A proposito della proposta di ridurre il numero degli Assessori…” le voci “Sac” e “Rev” con un semplice “Sig.”; vedrà che questa piccola modifica non limiterà di un punto l’intensità del suo intervento.

Non me ne voglia. Sperando di leggerla presto su altri argomenti, porgo cordiali saluti.
 

Dania –Daniela Freguia
 

 

"Daniela Della Bona"  -  8 novembre 2007  

L'intervento del dott. Mazzotta: più pettegolezzo che critica

Il titolo di Sig. può essere rivolto a tutti senza timore di essere smentiti o attaccati e senza risultare antipatici ad alcuno.

Nel casa del sig. Antonio Greco, credo, senza dubbio, che lo si possa chiamare anche Prof. o Dott., visto che possiede anche questi titoli.

Il fatto di volerlo chiamare diversamente, e solo così, presuppone una personale antipatia da parte del Dott. Mazzotta, che scredita, in qualche modo, il suo intervento sulla cui correttezza giuridica non posso intervenire.

Ciò che colpisce un lettore non è tanto la sostanza, tutta da verificare (ci sono teologi che sostengono che il matrimonio ed altri sacramenti sono dissolubili), quanto la forma molto simile più ad un pettegolezzo che ad una critica costruttiva.

Saluti a tutti.
 

Daniela Della Bona