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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di venerdì 29 maggio  2009

Schiaffo al sindaco Fernando Fai che però  resta ancora in carica
All'assemblea consiliare convocata per domani la possibile surroga
Si dimettono undici consiglieri

 

VEGLIE - Cade l'amministrazione comunale a Veglie. O forse no o forse un po'. La situazione sicuramente è singolare quanto difficile e non si può dire che i prodromi dell'empasse non fossero nell'aria da tempo.

Questi i fatti. Undici consiglieri su 20 dimissionari, 4 della maggioranza e 7 dell'opposizione, il loro addio all'esperienza nel gruppo capeggiato dal sindaco Fernando Fai, del Pd, è stato ufficializzato nel pomeriggio di ieri. Ci sarebbero però, per così dire, dei vizi di forma. Alle 14 le dimissioni del presidente del consiglio Antonio De Bartolomeo. Pochi minuti dopo la convocazione straordinaria del consiglio fissata a sabato prossimo per procedere alla surroga dell'uscente. E qui ci sarebbe il problema, uno almeno, rappresentato dalla convocazione dell'assise richiesta fuori dall'orario previsto per norma.

Poco dopo, intorno alle 15,30 il colpo di scure con le dimissioni, per la maggioranza, di Pompilio Rollo e Cosimo Spagnolo del partito socialista e dell'indipendente Stefania Capoccia e dall'opposizione, degli indipendenti Sandro Aprile, Fabio Stefanizzi, Salvatore Vetrano, Claudio Paladini, Vanni Carlà e ancora Antonio greco e Valerio Armonico, Pdl.

Per il sindaco praticamente sfiduciato, il consiglio comunale di domani dovrebbe consentire la remise en forme della sua squadra di governo con la surroga degli 11. Ma solo dalla Prefettura si potranno conoscere le sorti reali della questione.

Certo segnali si erano già avuti. Basti pensare, da ultimo, alle dimissioni da assessore allo sport di Pompilio Rollo, come Armonico candidato alla carica di consigliere provinciale. Trait d'union nelle decisioni dei dimissionari, l'impossibilità "di riconoscersi in una maggioranza ormai sfilacciata".

Di scossoni questo governo, che naturalmente si sarebbe dovuto rinnovare con la tornata elettorale del 2010, ne ha avuti parecchi. Già la scorsa estate da più corridoi si disse che la vicenda che ruotava attorno al sansificio in contrada La Casa avrebbe comportato la caduta di una testa, quella del responsabile di settore nell'ufficio tecnico o quella del primo cittadino. Poi le indagini che hanno portato le forze dell'ordine proprio negli uffici di Fai e del suo commercialista per un appalto di pubblica illuminazione in un paese del basso salento, storia di qualche anno fa in realtà.

Di certo l'amministrazione Fai nacque 4 anni fa dalle macerie di un altro ribaltone che comportò, con una sequela di dimissioni, alla caduta della giunta guidata da Roberto Carlà. Quel colpo di mano fu firmato, tra gli altri, da Fernando Fai e da Antonio Greco e Sandro Aprile, questi ultimi due dimissionari anche ieri. "Questa amministrazione - sono le parole del segretario provinciale della sinistra democratica Mimmo Saponaro - sarebbe dovuta cadere da tempo, da quando ad esempio, votò il bilancio pur in mancanza del numero legale".

Fabiana Pacella

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 29 maggio 2009

Il Comune verso il commissariamento. Ma intanto è già fissato un consiglio per la surroga del presidente

In undici rassegnano le dimissioni. L'amministrazione Fai sul baratro

Giallo sull'ora del deposito, e allora vanno tutti dal prefetto

 

VEGLIE - Barcolla l'amministrazione Fai, tra maggioranza e opposizione sono in undici ad aver rassegnato le dimissioni, aprendo le porte al commissariamento del Comune.

Le voci circolavano nella cittadina già da ieri mattina, ma ufficialmente le dimissioni sono state consegnate all'Ufficio Protocollo del Comune e al Prefetto solo nel pomeriggio. Il primo a farlo è stato il consigliere di maggioranza, presidente del Consiglio Comunale Antonio de Bartolomeo. Seguito subito dopo da altri dieci consiglieri: Pompilio Rollo, Cosimo Spagnolo e Stefania Capoccia per la maggioranza, e sette dell'opposizione, Alessandro Aprile, Valerio Armonico, Giovanni Carlà, Antonio Greco, Claudio Paladini, Fabrizio Stefanizzi, Salvatore Vetrano. Ma quasi contestualmente alle dimissioni di De Bartolomeo, la maggioranza guidata dal sindaco Fai ha convocato per domani il Consiglio per la surroga dello stesso consigliere. La seduta però dovrebbe saltare per mancanza del numero legale.

L'intera questione è stata sottoposta al giudizio del Prefetto, che deciderà nel merito analizzando attentamente l'intera questione. «Lo sfascio amministrativo - dicono unanimemente i 10 consiglieri - era percepibile già dal 2006 ma ha toccato il fondo nell'ultimo anno. Le gare per i pubblici servizi sono state quasi tutte con problemi: la gara sui rifiuti solidi urbani, la gara per la pubblica illuminazione, l'appalto per la mensa scolastica. Senza parlare del preoccupante Bilancio comunale,- dichiarano i consiglieri- e dei problemi per il settore urbanistica, per le opere pubbliche. Basta citare lo scandalo del Convento dei Francescani, restaurato, ma dopo quattro anni di questa amministrazione ancora chiuso. Il personale amministrativo è allo sbando. Ma la causa prima di questa fine anticipata- precisano i consiglieri - è da ricercare nel vincolo di solidarietà e reticenza che ha collegato il primo cittadino al vice sindaco Maurizio Spagnolo e all'assessore ai Lavori pubblici Antonio Cascione, e che per quattro anni ha prevalso sull'interesse pubblico ad avere una gestione trasparente, veritiera e oculata delle risorse pubbliche. La fine anticipata di questa amministrazione non è come le altre due precedenti; è molto più grave, anche per l'irrompere della questione morale e penale. Un anno di Commissario prefettizio farà risparmiare al Comune - concludono i consiglieri - non meno di 150 mila euro di indennità e questi potrà affrontare con più competenza alcuni problemi spinosi irrisolti dagli attuali amministratori».

 

Katia Manca

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 31 maggio 2009

Colpo di scena in Consiglio. Il Ministero «salva» l'Amministrazione

«Dimissioni non contestuali». E scattano undici surroghe

Fernando Fai: «Clamoroso autogol dell'opposizione»

 

VEGLIE - Colpo di scena.La maggioranza rimane al suo posto e l'opposizione va a casa. Sono questi gli sviluppi della vicenda politica esplosa l'altro giorno con le dimissioni del consigliere Antonio De Bartolomeo e dei dieci consiglieri di opposizione. Mentre la maggioranza veniva considerata ormai sul baratro, a fugare ogni dubbio sulla questione è intervenuta una nota del ministero dell'Interno con la quale è stato chiarito che se le dimissioni non sono contestuali il Consiglio non può essere sciolto.

Nel caso specifico, infatti, De Bartolomeo si è dimesso alle 13.46, mentre gli altri dieci lo hanno fatto alle 15.34. Nell'intervallo fra la prima e le successive dimissioni, l'Assemblea era già stata convocata, per ieri mattina, al fine di procedere alla prima surroga. La seduta, come era previsto, non si è tenuta per mancanza del numero legale (in carica sono rimasti soltanto dieci consiglieri). A questo punto, però, il percorso è ormai chiaro: domani, alle 18, il Consiglio potrà surrogare, in seconda convocazione (quando è prevista la presenza di un -terzo dei consiglieri), De Bartolomeo; nella successiva seduta, quindi, potrà surrogare anche gli altri dieci consiglieri.

Il sindaco Fernando Fai, che definisce l'azione dell'opposizione un autogol, commenta: «E' finito così l'insano disegno della minoranza la quale, fin dall'avvio del mandato, ha calpestato gli interessi della comunità per impegnarsi nell'unico obiettivo di far cadere l'Amministrazione. Da ieri i protagonisti di quattro anni di denigrazioni, di esposti e di ossessive ricerche del pelo nell'uovo in ogni atto amministrativo, non sono più consiglieri. In tutta questa vicenda ciò che dispiace è che tre consiglieri di maggioranza, nel tempo passati all'opposizione, siano caduti nella rete della minoranza, facendo il gioco di chi voleva far apparire l'operato del governo cittadino sempre sbagliato». «L'Amministrazione - precisa - si sottoporrà al giudizio della comunità l'anno prossimo, alla scadenza naturale del mandato. In quella circostanza sarà offerto il bilancio di cinque anni di amministrazione. Nell'ultimo scorcio di mandato cercheremo di portare a termine il nostro programma riponendo massima attenzione ai progetti per la ripresa dello sviluppo economico del paese». E conclude: «L'augurio è che i consiglieri subentranti, sia di maggioranza che di opposizione, ognuno per il proprio ruolo, abbiano finalmente la possibilità di operare serenamente per il bene di Veglie».

 

(ndr: Qui i risultati delle precedenti elezioni comunali per vedere i non eletti che potrebbero surrogare i dimissionari)

 

 

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di martedì 2 giugno 2009

Surrogato il presidente ma ormai è guerra aperta

 

VEGLIE - Continuano le fibrillazioni a Veglie dopo il colpo di mano che ha visto 11 consiglieri dimettersi giovedì pomeriggio, a partire dal presidente del consiglio Antonio De Bartolomeo e a seguire, per la maggioranza, Pompilio Rollo, Cosimo Spagnolo e Stefania Capoccia e per l'opposizione Sandro Aprile, Fabio Stefanizzi, Salvatore Vetrano; Claudio Paladini, Vanni Carlà, Antonio Greco e Valerio Armonico.

Sabato in prima convocazione il consiglio per correre ai ripari con le surroghe, ieri alle 18 la seconda convocazione. Ad essere surrogato proprio il presidente del consiglio, operazione non facile visti i 4 no dei primi non eletti Antonio de Lucia, Maria Antonietta Quarta, Salvatore Antonucci e Luigi Mazzotta. Il sì è venuto poi dal quinto nome, quello di Pietro Calcagnile «che fa da stampella - sostengono i dimissionari- ad un sindaco che si aggrappa a cavilli per rimanere in sella».

Da qui la diffida, firmata dagli undici, al segretario comunale, al prefetto e al maresciallo dei carabinieri in cui si legge che secondo il regolamento per il funzionamento del consiglio comunale «nella seduta in seconda convocazione non possono essere discussi argomenti estranei all'ordine del giorno della prima convocazione».

Insomma, stando a quanto affermano i firmatari del ribaltone, ci sarebbero dei vizi formali utilizzati dal sindaco Fernando Fai a bella posta per rimanere in piedi «nonostante sia chiaro che quattro dei suoi si siano dimessi, altri 4 abbiano negato la surroga e ne siano rimasti solo due, Loredana Lecciso e Angelico Madaro che non è detto vogliano prendere il posto di chi è andato via».

La diffida è «a procedere ad ulteriori convocazioni del consiglio in qualsiasi forma atteso che la presenza di 11 dimissionari su 20 rende impossibile realizzare il quorum strutturale necessario per la validità della prima convocazione».

Intanto per venerdì fissata un'altra assise per l'eventuale surroga degli altri dieci consiglieri.

Fabiana Pacella

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 2 giugno 2009

I dimissionari contestano alla maggioranza le procedure adottate

Arriva la prima surroga e l'opposizione diffida Fai

 

VEGLIE - Il sindaco Fernando Fai ha di nuovo una maggioranza, ma l’opposizione contesta le procedure che l’hanno ripristinata. Antonio De Bartolomeo, primo degli undici consiglieri dimissionari, è stato surrogato ieri sera, al termine del Consiglio, tenutosi in seconda convocazione con la partecipazione dei dieci consiglieri ancora in carica. Nuovo componente dell’Assise è Pietro Calcagnile, terzo dei non eletti della lista di maggioranza (il primo e il secondo dei non eletti, rispettivamente Antonio De Lucia e Maria Quarta, hanno rinunciato a subentrare).

Immediata è stata la presa di posizione dei dimissionari (sette della minoranza e quattro fuoriusciti dalla maggioranza) i quali, con una diffida indirizzata al segretario comunale, al prefetto e al locale comando dei carabinieri, hanno invitato l’Amministrazione a non «procedere ad ulteriori convocazioni del Consiglio» in quanto l’unico punto all’ordine del giorno, «surroga del consigliere dimissionario e convalida di De Lucia», non sarebbe stato trattato.

Secondo l’opposizione, in pratica, la maggioranza, una volta accertata la rinuncia del primo dei non eletti, avrebbe dovuto interrompere la seduta. Di conseguenza sarebbe illegittima, per intervenuta mancanza di “quorum”, ogni ulteriore nuova convocazione del Consiglio. A quanto sembra, insomma, la vicenda potrebbe riservare ancora molti sviluppi, specialmente nelle aule giudiziarie del Tar al quale, evidentemente, i dimissionari si accingono a ricorrere.

Il sindaco Fernando Fai, da parte sua, sottolinea: «La surroga è avvenuta in maniera regolare e nella piena legalità. Venerdì prossimo, pertanto, procederemo con le altre surroghe; poi, finalmente, potremo dedicarci ai problemi reali del paese. In Consiglio - conclude - ho rivolto un appello a tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, a lavorare insieme per il bene di Veglie».

 

(ndr: Qui i risultati delle precedenti elezioni comunali per vedere i non eletti che potrebbero surrogare i dimissionari)

 

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 3 giugno 2009

Antonio De Bartolomeo spiega le sue ragioni all'indomani delle dimissioni che hanno dato il via ad altre fughe

«Così non si può amministrare»

«Avevo concordato con il sindaco Fai che saremmo andati via insieme, ma non l’ha fatto»

 

VEGLIE - Rimane alta la temperatura tra le file dell’Amministrazione comunale: Antonio De Bartolomeo, surrogato in Consiglio lunedì scorso con Pietro Calcagnile, spiega il motivo delle sue dimissioni, puntando il dito contro «la risicata maggioranza che pretende di continuare ad amministrare il nostro comune, ma che non rappresenta più la volontà popolare che quattro anni orsono ci ha affidato il governo del paese».

Per De Bartolomeo la scelta ha rappresentato «un atto dovuto. Come presidente del Consiglio - spiega infatti - non potevo più assolvere al mio compito di garante, in quanto il mio voto sarebbe stato determinate per approvare o bocciare ogni delibera di Consiglio».

Il consigliere uscente racconta inoltre l’incontro avvenuto col sindaco Fai proprio il giorno delle dimissioni. «Avevo invitato il sindaco a rassegnare le dimissioni congiuntamente alle mie, rimanendo d’accordo che lui le avrebbe rassegnate nella mattinata ed io dopo di lui. Ma quando mi sono presentato all’Ufficio Protocollo del Comune ho appreso con sorpresa che il sindaco era venuto meno alla parola data. Ho fatto protocollare comunque le mie, fedele alla correttezza morale e politica che ha sempre contraddistinto il mio agire all’interno delle istituzioni. Qualcuno mi ha chiesto il perché di questa mia tardiva decisione, - continua De Bartolomeo - la risposta è semplicissima: ho voluto attendere l’approvazione del Bilancio, per voler, ancora una volta, tutelare i cittadini».

Poi, De Bartolomeo sposta l’attenzione su un altro episodio, verificatosi all’indomani delle sue dimissioni e che a suo avviso indica come «la politica abbia avuto una rovinosa caduta di stile». «Se pochi giorni addietro i manifesti elettorali di mia figlia, Maria Rosaria De Bartolomeo, candidata consigliera alla Provincia con Loredana Capone, erano intonsi, la notte del 28, solo questi ultimi, sono stati oggetto di atti di deturpamento che quantificano la vigliaccheria di chi si è sentito in qualche modo risentito da non so quale affronto. Ma su questo - conclude - penserà la magistratura a far luce. Ho già dato mandato al mio legale di sporgere denuncia sull’accaduto».

Quanto alla diretta interessata, proprio questo pomeriggio terrà un comizio in piazza in cui esternerà la propria posizione in merito alla vicenda.

Katia Manca

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 5 giugno 2009

Arriva la replica del primo cittadino all'uscente De Bartolomeo

Polemiche dopo le dimissioni, il sindaco Fai smorza i toni

 

VEGLIE - L’ex consigliere attacca, il sindaco smorza i toni. Fernando Fai replica alle accuse di Antonio De Bartolomeo, primo degli 11 consiglieri di maggioranza e opposizione, ad aver rassegnato le dimissioni.

Risponde ma senza commentare le dimissioni di De Bartolomeo «il quale - dice Fai - nel prendere le distanze dalla maggioranza ha comunque confermato piena fiducia al sindaco. La sua è una scelta che rispetto, e non voglio nemmeno condividere l’opinione di chi, prendendo atto del momento particolare che il paese attraversa, ritiene le dimissioni di De Bartolomeo consequenziali ad esigenze di campagna elettorale per le Provinciali».

Il sindaco si esprime anche sull'episodio che vede coinvolta la figlia di De Bartolomeo, il quale, oltre a spiegare le ragioni delle sue dimissioni, ha denunciato il danneggiamento dei manifesti elettorali della figlia Maria Rosaria De Bartolomeo, candidata consigliera alla Provincia con Loredana Capone.

«Per quanto riguarda l’accostamento di alcuni atti vandalici su determinati manifesti elettorali, ritengo che lo stesso sia artificioso. Sono gesti senz’altro da condannare, ma non è corretto ritenerli attinenti alle recenti vicende politico-amministrative del comune».

«Questi avvenimenti, in aperta campagna elettorale, purtroppo ci sono sempre stati - conclude il sindaco Fai - e hanno colpito indistintamente tutti gli esponenti politici della cittadina».

k.m.

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 9 giugno 2009

Solo due su sette di «Uniti per Veglie» rispondono all'appello. Opposizione pronta a nuovi abbandoni

Surrogati i dimissionari e il Consiglio cambia volto

Maggioranza più risicata per Fai che ora può contare su 11 consiglieri

 

VEGLIE - Con la surroga dei consiglieri dimissionari si ricompone il consiglio comunale della cittadina. I «vuoti» lasciati da maggioranza e opposizione sono stati colmati ieri, durante l’Assise, ma molte lacerazioni permangono.

La maggioranza guidata dal sindaco Fernando Fai, inizialmente composta da 13 consiglieri, oltre il primo cittadino, al momento è formata da 12 consiglieri compreso il sindaco. Soltanto due su sette dei non eletti della lista “Uniti per Veglie”, capitanata da Fai alle amministrative del 2005, hanno risposto all’appello: Pietro Calcagnile, terzo dei non eletti, e Loredana Lecciso, ultima della lista con 46 voti di preferenza.

A sostituire i consiglieri di minoranza, quattro per il centro destra, della lista “Prima di tutto i cittadini” (Giovanni Carlà, Valerio, Armonico, Claudio Paladini e Salvatore Vetrano), e, tre per il centro sinistra, della lista “Uniti per la città” (Antonio Greco, Sandro Aprile e Fabrizio Stefanizzi), sono stati convocati Mario Aprile, Giovanni Milanese, Giovanni Carlà e Salvatore Frisenda (ndr: omonimo del candidato alle provinciali 2009) per il centro destra e Giovanni Parente, Giovanni Ciullo e Cosimo Saponaro per il centro sinistra.

«Ho augurato a tutti i consiglieri buon lavoro - dichiara il sindaco Fernando Fai. La maggioranza è al completo e, anche se non tutti i consiglieri di minoranza erano presenti durante il Consiglio per la surroga, da nessuna parte è pervenuta rinuncia. Pertanto adesso occorre lavorare insieme per completare il mandato conferitoci dai cittadini».

Ma su questo già non sono d’accordo i subentranti consiglieri di centrosinistra. Infatti, il consigliere Giovanni Parente, fa sapere che «la quasi totalità dei 18 componenti non eletti della lista “Città Unita” hanno condiviso la scelta di dimettersi compiuta dagli undici consiglieri e ne hanno apprezzato le profonde ragioni politiche e amministrative. Riteniamo - dice Parente - che qualunque sia la nuova compagine non può più rappresentare la volontà popolare espressa con il voto delle amministrative del 2005. E nessuno può operare contro la volontà popolare. Personalmente - continua il consigliere - ho ricevuto mandato dai componenti della lista “Città Unita” di accettare temporaneamente l’incarico, anche al fine di depositare queste mie dichiarazioni in Consiglio. Mi riservo, perciò, di presentare quanto prima, nelle modalità previste dalla legge, le mie dimissioni».

Katia Manca

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 21 giugno 2009

Resta incandescente il clima politico in città

Gli 11 dimissionari ci riprovano, parte un ricorso ai giudici del Tar

 

VEGLIE - Si rivolgono al Tar gli undici consiglieri comunali dimissionari. Che dopo la "bocciatura" del Prefetto allo scioglimento del Consiglio, adesso ci riprovano con i giudici del Tribunale amministrativo di Lecce.

Lo fanno, congiuntamente, i sette esponenti di minoranza e i quattro di maggioranza, coloro i quali hanno dato vita, nel maggio scorso, alla lunga catena di dimissioni. A dare il via, il Presidente del Consiglio Comunale, Antonio De Bartolomeo. Alle dimissioni di quest'ultimo sono seguite quelle degli altri dieci consiglieri, che così facendo, almeno secondo i loro calcoli, avrebbero decretato lo scioglimento del Consiglio. Ma proprio l'intervallo fra la prima e le successive dimissioni, il vice presidente del Consiglio aveva convocato un'Assise al fine di procedere alla prima surroga. Atto che ha scatenato una diatriba sulla legittimità di quanto accaduto. Tanto da sottoporre l'intera questione al giudizio del prefetto di Lecce. Il quale, in ordine allo scioglimento del Consiglio, ha espresso il proprio parere negativo, rilevando un «consistente lasso di tempo» tra le dimissioni di De Bartolomeo (ore 13:47) e quelle degli altri 10 consiglieri (ore 15:32).

«Non si è tenuto conto che, di fatto, - dichiarano i consiglieri uscenti - tra l'acquisizione delle dimissioni del primo e quella delle altre 10 dimissioni è intercorso un arco temporale di appena 10 minuti, e che i numeri di protocollo in entrata attribuiti alle 11 dimissioni sono assolutamente consecutivi.

La frammentazione temporale, infatti, priva di rilevanza sotto il profilo giuridico, si è verificala esclusivamente per esigenza di servi:zio dell'Ufficio Comunale (chiusura per la pausa pranzo) e non è imputabile alla volontà dei dimissionari. Ne si può attribuire - concludono i consiglieri - una qualche valenza all'avviso di convocazione del Consiglio, intervenuto a protocollo chiuso».

Fin qui le loro considerazioni, a decretare presunte illegittimità, comunque, dovrà essere il Tar di Lecce.

Katia Manca

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 3 luglio 2009

La decisione della prima sezione, presieduta da Aldo Ravalli, ribalta il parere della prefettura

Il Tar dà ragione ai dimissionari e «sospende» le undici surroghe

Già pronto il ricorso dell'Amministrazione alò Consiglio di Stato

 

VEGLIE - Il Tar accoglie il ricorso degli 11 consiglieri dimissionari e sospende il provvedimento di surroga seguito alle dimissioni rassegnate dagli stessi consiglieri.

La decisione è della prima sezione del Tribunale amministrativo di Lecce, presieduta da Aldo Ravalli, che ha accolto l’istanza presentata dai dimissionari Antonio De Bartolomeo, Antonio Greco, Salvatore Vetrano, Alessandro Aprile, Valerio Armonico, Stefania Capoccia, Giovanni Carlà, Fabrizio Stefanizzi, Claudio Paladini, Pompilio Rollo, Cosimo Spagnolo, rappresentati dall’avvocato Gianluigi Manelli, contro il Comune (assistito dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani) e nei confronti dell’intera coalizione amministrativa: il sindaco Fernando Fai, i componenti della maggioranza Maurizio Spagnolo, Cosimo Mangia, Mario Vittorio Albano, Antonio Cascione, Marcello Vadacca, Antonio Albano, Giovanni Maggiore, Raffaele Ruberti, Francesco D’Elia e i subentranti consiglieri di maggioranza e opposizione Pietro Calcagnile, Giovanni Parente, Cosimo Saponaro, Mario Aprile, Giovanni Carlà, Salvatore Frisenda, Loredana Lecciso, Giovanni Ciullo, Giovanni Milanese.

Il nocciolo della questione ruota intorno all’ora in cui i consiglieri hanno protocollato le proprie dimissioni, il 28 maggio scorso, pensando così di decretare lo scioglimento dell’Assise.

Il primo a dare le dimissioni, alle ore 13,47 era stato il presidente del Consiglio Antonio De Bartolomeo, seguito alle ore 15,32 dagli altri dieci consiglieri. Pochi minuti dopo le dimissioni di De Bartolomeo e, proprio per la surroga di quest’ultimo, arriva la convocazione straordinaria del Consiglio.

«L'ordinanza cautelare aderisce pienamente allo spirito della normativa in materia di scioglimento dell’organo consigliare per dimissione dei suoi membri - dichiara l’avvocato Gianluigi Manelli. E’ stato dato rilievo alla giuridica contemporaneità degli atti di dimissione, a nulla valendo il lasso di tempo trascorso tra il deposito della prima dimissione e quello delle altre 10 (dovuto alla chiusura dello sportello del Protocollo) e l’avviso di convocazione che l’Amministrazione aveva medio tempore notificato per la surroga del primo dimissionario».

Il Comune, comunque, non sta a guardare. L’appello al Consiglio di Stato sarà presentato questa mattina con decreto presidenziale urgente. La questione potrebbe essere sciolta già nelle prossime ore. L’amministrazione, è forte della «bocciatura» di un precedente ricorso presentato dagli stessi consiglieri in Prefettura.

Katia Manca

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di venerdì 3 luglio 2009

Tar: no al rimpiazzo dei dimissionari

Tutti a casa, Consiglio verso lo scioglimento

 

VEGLIE - Tutti a casa. Il consiglio comunale di Veglie va verso lo scioglimento. È la conseguenza dell'ordinanza adottata ieri dalla prima sezione del Tar di Lecce, presieduta dal giudice Aldo Ravalli, che ha accolto la richiesta di sospendere le delibere del consiglio comunale con le quali, ai primi di giugno, era stata disposta la surroga degli 11 consiglieri dimissionari.

Era il 28 maggio scorso quando alle 13.46 il consigliere Antonio De Bartolomeo consegnò in segreteria le proprie dimissioni, seguite, alle 15.32 da quelle dei consiglieri Antonio Greco, Salvatore Vetrano, Alessandro Aprile, Valerio Armonico, Stefania Capoccia, Giovanni Carlà, Fabrizio Stefanizzi, Claudio Paladini, Pompilio Rollo e Cosimo Spagnolo. In pratica, con la metà più uno dei consiglieri dimessi, il consiglio si sarebbe dovuto sciogliere, ci sarebbe dovuta essere la nomina del commissario per andare a nuove elezioni amministrative. Ma la mancata contestualità delle dimissioni ha fatto interpretare diversamente le norme di legge da parte del sindaco Fernando Fai e del segretario comunale, confortati, in questo, sia dalla prefettura di Lecce che da un parere espresso dal ministero dell'Interno. Così, a tamburo battente, è stato convocato il consiglio comunale per 1'8 giugno per surrogare i dimissionari con i primi dei non- eletti delle rispettive liste. Ma là volontà dei consiglieri dimissionari era quella di far sciogliere il consiglio e per questo hanno dato mandato all'avvocato Gianluigi Manelli di fare ricorso al Tar per far annullare le delibere di surroga. In giudizio si sono costituiti anche il sindaco Fai per il comune con il professore Ernesto Sticchi Damiani e la prefettura ed il ministero dell'Interno con l'Avvocatura dello Stato.

L'udienza in Camera di consiglio si è tenuta l'altro giorno e ieri i giudici hanno depositato la loro ordinanza, corredata da una lunga motivazione, con la quale accolgono il ricorso e sospendono le delibere di surroga.

Molto soddisfatto l'avvocato Manelli che così ha commentato: «L'ordinanza aderisce pienamente allo spirito delle norme in materia di scioglimento del consiglio comunale per dimissione dei suoi membri. I giudici, in sintonia con la norma, hanno dato rilievo alla giuridica contemporaneità degli atti di dimissione, a nulla valendo il lasso di tempo trascorso tra il deposito della prima dimissione e quello delle altre 10, lasso temporale dovuto esclusivamente alla chiusura dello sportello del protocollo».

A Veglie si aprono così le porte allo scioglimento del consiglio comunale ed a nuove elezioni.

A. A

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 7 luglio 2009

Il Consiglio di Stato ribalta la decisione del Tar di Lecce, ma le sorti dell'amministrazione comunale si conosceranno definitivamente solo il prossimo 21 luglio
Contrordine, l'Assise non si tocca

 

VEGLIE - Contrordine: il consiglio comunale di Veglie non si tocca, almeno fino al prossimo 21 luglio.

Un decreto monocratico urgente del Consiglio di Stato ribalta la decisione del Tar di Lecce, che pochi giorni fa, aveva sospeso i provvedimenti di surroga degli undici consiglieri dimissionari. E riporta sostanzialmente la situazione al punto di partenza, legittimando, almeno per il momento, le surroghe degli 11 consiglieri di maggioranza e opposizione che avevano rassegnato le loro dimissioni.

Il presidente della quinta sezione del Consiglio di Stato, ha accolto le varie censure mosse dal Comune alla decisione del Tar, dando sostanzialmente ragione alla tesi sostenuta dal professor Ernesto Sticchi Damiani, legale di Palazzo di Città. Ma non è entrato nel merito della questione. La parola fine all’intera vicenda sarà pronunciata solo il 21 luglio prossimo, quando lo stesso Consiglio di Stato con una udienza collegiale, deciderà sulla effettiva legittimità dei provvedimenti assunti dal consiglio comunale di Veglie. Fino a quella data non vi saranno pericoli di commissariamento.

La vicenda, va ricordato, prende le mosse all’indomani delle dimissioni del consigliere di maggioranza Antonio de Bartolomeo, cui fa seguito l’immediata convocazione dell’Assise per la sua surroga, e le successive dimissioni di altri dieci consiglieri.

Per l’opposizione, le undici dimissioni dovevano portare allo scioglimento del consiglio. Tesi diversa era quella sostenuta dall’amministrazione comunale. Da qui il braccio di ferro e il ricorso ai giudici, prima del Tar e poi del Consiglio di Stato. Per quest’ultimo, la convocazione dell’assise fra la prima dimissione e le altre, ha fatto venir meno il presupposto della simultaneità, presupposto necessario allo scioglimento dell’amministrazione.

 

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 12 luglio 2009

UNANIMITÀ DI VEDUTE NELL’ULTIMA RIUNIONE PRESIEDUTA DA SALVATORE CAPONE
Il Pd chiede le dimissioni di Fai

 

VEGLIE - Il Partito Democratico della cittadina chiede le dimissioni del sindaco Fernando Fai. Dopo le dimissioni degli undici consiglieri di maggioranza e opposizione, ad invitare il primo cittadino a fare un passo indietro «per ristabilire l’ordine nella vita amministrativa della cittadina» è il suo stesso partito d’appartenenza.

Con le dimissioni del presidente del Consiglio Antonio De Bartolomeo, seguite da altri dieci consiglieri, Il coordinamento cittadino del Pd, avrebbe preso atto dell’impossibilità di continuare un’azione di governo credibile davanti all’opinione pubblica. Pertanto, proprio per discutere sulla situazione politico-amministrativa della cittadina, nell’ultima assemblea del Partito, alla presenza del segretario provinciale Salvatore Capone, ha stabilito all’unanimità «di chiedere al sindaco Fai, assente alla riunione, di mettere fine ad un’esperienza amministrativa che si trascina avanti tra i diversi giudizi della magistratura contro ogni buon senso e con grave danno delle istituzioni. Il sindaco non è più legittimato in quanto non ha più una maggioranza in grado di rappresentare la volontà popolare - dichiara Maria Rosaria De Bartolomeo, segretaria cittadina del Pd. Il Partito democratico non può sostenere, infatti, un suo rappresentante al vertice di una maggioranza che non è legittimata dal gradimento e dal consenso popolare e non può tollerare che un sindaco rifiuti il confronto con il proprio partito di appartenenza. Il Partito Democratico non sarà di ostacolo al chiarimento amministrativo richiesto dall’intero centrosinistra, con il quale condivide il rispetto delle regole democratiche, e non rinuncerà al ruolo e alla funzione di perno di uno schieramento che si oppone al centrodestra».

Katia Manca

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 22 luglio 2009

I dimissionari invocano ancora lo scioglimento dell'Assise
Davanti al Municipio per chiedere nuove elezioni

 

VEGLIE - Nella piazza antistante il municipio, per chiedere le dimissioni del primo cittadino. All'incontro, promosso dagli undici consiglieri dimissionari di Veglie, Antonio De Bartolomeo, Pompilio Rollo, Cosimo Spagnolo, Stefania Capoccia, Alessandro Aprile, Valerio Armonico, Giovanni Carlà, Antonio Greco, Claudio Paladini, Fabrizio Stefanizzi, Salvatore Vetrano, hanno aderito anche i responsabili delle sezioni locali dei partiti di centro destra e di centro sinistra, Partito Democratico, Popolo delle Libertà, Partito Socialista, Partito La Destra, Partito La Svolta, Italia dei Valori e anche la segreteria Provinciale di Sinistra Democratica. Presenti anche tre consiglieri dell'opposizione: Mimmo Saponaro, Giovanni Parente e Mario Aprile.

«La cittadina - dicono unanimemente - non ha più il consiglio comunale democraticamente eletto nel 2005. Davanti alla crisi politica e sociale in atto non è giusto mettere sulle spalle dei cittadini anche i costi di una paralisi amministrativa fino alle prossime elezioni comunali della primavera 2010. E' evidente - continuano - che quando a decidere della vita politica locale non sono i cittadini ma la magistratura penale e amministrativa, la politica come arte del bene di tutti e della sana mediazione non esiste più, sostituita dalla politica come arte degli interessi di parte e dei comitati d'affare».

Quanto al ricorso avanzato da essi stessi per lo scioglimento del consiglio comunale, gli ex consiglieri hanno deciso, in attesa della discussione di merito davanti al Tar, prevista per il 21 ottobre prossimo, di rinunciare all'istanza di sospensione al Consiglio di Stato, che qualche settimana fa, su ricorso del Comune, ha legittimato le surroghe.

k.m.

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 31 luglio 2009

Restano alti i toni della polemica fra maggioranza eopposizione
Gli ex consiglieri replicano a Fai: «Governa a scapito della città»
 

 

VEGLIE - I consiglieri dimissionari smontano una ad una le accuse rivolte loro dal primo cittadino. Pertanto, se il sindaco Fernando Fai ha accusato gli undici ex consiglieri di maggioranza e opposizione, che invocano le sue dimissioni, di aver ostacolato il lavoro dell'amministrazione a causa del loro «insano proposito di far cadere l'amministrazione», questi ultimi analizzano punto per punto le azioni intraprese «a discapito della cittadina» dall'amministrazione Fai.

«Quest' Amministrazione in  quattro anni - dicono i consiglieri dimissionari - ha portato l'indebitamento del Comune da sette milioni di euro del 2005 ai 10 milioni del 2008, giocando alla roulette russa con i cosiddetti "derivati" ipotecando il futuro del Comune fino al 2025. Ha introdotto l'Irpef comunale, aumentando tutte le tasse dei servizi a domanda individuale. Fai - continuano gli ex consiglieri - è stato il primo sindaco nella storia della nostra cittadina a vendere un suolo comunale. Ha ostacolato, con un suo assessore, il completamento della circonvallazione e, alla chetichella, stava regalando al paese, nel cuore del parco del Negroamaro, un megasansificio. Ha affrontato con superficialità il problema della pubblica amministrazione, come al disastro degli atti urbanistici; basta pensare ai problemi dei comparti e al Piano per gli Insediamenti Produttivi che è sotto la spada di Damocle di un ricorso al Tar. Infine, a giugno scorso, quando l'opposizione non c'era più, ha tentato di scippare ai vegliesi quasi 350 mila euro con avvisi suppletivi per la spazzatura, perché la differenziata in questi anni è rimasta al di sotto del 10 per cento».

Rivolgendosi poi all'intera maggioranza dicono: «Potete continuare pure ad occupare le vostre poltrone e a dilapidare risorse di tutti, ma la vostra fine politica è segnata. I fatti sono argomenti testardi; il Consiglio Comunale eletto nel 2005 non esiste più; è indispensabile svecchiare la vita amministrativa nei suoi contenuti: l'informazione trasparente sulla vita amministrativa, la  valorizzazione dei beni comuni ( l'acqua, l'energia elettrica, i rifiuti, l'ambiente e le risorse economiche) e la finanza comunale hanno bisogno di buone prassi che Fai e compagni non sono stati in grado di attuare».

Katia Manca

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 4 dicembre 2009

Nuovo round a favore degli undici consiglieri dimissionari, sostituiti malgrado le proteste

Il Tar legittima lo scioglimento

Ma l'amministrazione comunale ha già pronto il ricorso al Consiglio di Stato

 

VEGLIE - Il Tar dà ragione agli 11 consiglieri dimissionari ai fini dello scioglimento del consiglio comunale ma è già pronto il ricorso dell'Amministrazione al Consiglio di Stato.

Accolto dalla prima sezione del Tribunale amministrativo di Lecce, presieduta da Aldo Ravalli, il ricorso è stato presentato da Antonio De Bartolomeo, Antonio Greco, Salvatore Vetrano, Alessandro Aprile, Valerio Armonico, Stefania Capoccia, Giovanni Carlà, Fabrizio Stefanizzi, Claudio Paladini, Pompilio Rollo, Cosimo Spagnolo, rappresentati dall’avvocato Gianluigi Manelli, contro l’intera coalizione di maggioranza difesa dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani per il mancato scioglimento del consiglio comunale.

La vicenda, risalente al 28 maggio scorso, ruota intorno all’ora in cui i consiglieri hanno protocollato le proprie dimissioni, pensando così di decretare lo scioglimento dell’Assise.

La prima sezione del Tar, accogliendo pienamente le tesi dell’avvocato Manelli, ha riconosciuto la illegittimità dell’atto di convocazione del consiglio comunale per la surroga del primo dimissionario, Antonio De Bartolomeo (che, si ricorda, è avvenuta mentre lo sportello del protocollo era chiuso e l’accesso era precluso agli altri consiglieri dimissionari). In conseguenza il Tribunale Amministrativo ha riconosciuto la idoneità delle dimissioni dei consiglieri ricorrenti a provocare lo scioglimento del Consiglio.

Soddisfazione è espressa dall’avvocato Manelli: “La pronuncia del Tar accoglie il profilo della illegittimità dell’operato dell’Amministrazione, stigmatizzando il tentativo di vanificare la univoca e condivisa volontà espressa dalla maggioranza dei consiglieri comunali di sciogliere il Consiglio. Ma mentre i consiglieri dimissionari auspicano un immediato intervento del Prefetto di Lecce che, ”prendendo atto del contenuto della sentenza in questione, non potrà che dichiarare lo scioglimento dell’amministrazione”, l’avvocato Ernesto Sticchi Damiani pensa immediatamente al ricorso al Consiglio di Stato in quanto “già in una prima fase lo stesso Consiglio di Stato, a luglio scorso, ha ribaltato la decisione del Tar”.

Katia Manca

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 6 dicembre 2009

Consiglio illegittimo? Il Pd scrive a Capone

 

VEGLIE - Il Partito democratico di Veglie chiede l’intervento del vice presidente della Regione, Loredana Capone, per contestare l’operato del sindaco Fernando Fai.

L’appello arriva all’indomani del pronunciamento del Tar di Lecce, che ha dichiarato illegittime le surroghe degli 11 consiglieri comunali e il mancato scioglimento del consiglio.

Il Comune, in quella circostanza, ha preannunciato l’ennesimo ricorso al Consiglio di Stato, scatenando il malumori del Pd locale che vede in quell’atto qualcosa di «scandaloso, poiché si continua a dissanguare un paese già martoriato dai debiti, solo per rimanere in carica altri tre mesi».

Proprio per questi motivi, a dire dei responsabili locali del Pd «sarebbe il caso che la vicepresidente regionale Loredana Capone prenda visione della sentenza del Tar affinché abbia tutti gli elementi di valutazione prima d’inserire tra i fondatori del sua neoformazione correntizia il sindaco Fai, dal quale il Circolo di Veglie ha preso le debite distanze».

«Il Partito Democratico di Veglie - si sottolinea - ha più volte invitato Fai a rassegnare le dimissioni, poiché la sua gestione amministrativa creava serie difficoltà alla credibilità del Circolo e al gruppo dirigente nell’elaborazione di percorsi in grado di costruire future alleanze all’interno di un centrosinistra allargato. Fai ha rifiutato le indicazioni emerse dall’assemblea organizzativa del Partito e ha continuato ad impegnare risorse pubbliche per difendere una squadra di governo non interamente legittimata dal suffragio elettorale».

 

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 11 dicembre 2009

Punto a favore di Fai, ultimo round il 18

Sospensiva concessa, il Consiglio non si tocca

 

VEGLIE - Il Consiglio di Stato tiene salda l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Fernando Fai, almeno sino alla decisione collegiale fissata per il prossimo 18 dicembre.

Questo è ciò che ha stabilito il Presidente del Consiglio di Stato (sezione Quinta) che, con proprio Decreto urgente, pubblicato il 9 dicembre scorso, ha accolto l’istanza di tutela cautelare proposta dal sindaco Fai e dai consiglieri comunali subentrati in surroga, sospendendo così l’esecutività della sentenza pronunciata dal Tribunale Amministrativo di Lecce.

Quest'ultimo aveva accolto il ricorso presentato dai consiglieri dimissionari, ritenendo sussistenti i presupposti affinché le dimissioni degli undici consiglieri comunali determinassero lo scioglimento del consiglio Comunale. Ma la pronuncia del Tar è stata sospesa dal Consiglio di Stato, il quale, accogliendo le tesi del l'avvocato Ernesto Sticchi Damiani, rappresentante dell'intera amministrazione Comunale, ha concesso la misura cautelare ravvisando la fondatezza della questione prospettata dagli appellanti in ordine alla sussistenza di una «frattura temporale» tra il primo atto di dimissioni presentato e quelle successive formalizzate dai restanti dieci consiglieri comunali, così da determinare la carenza dei presupposti prescritti dalla legge per lo scioglimento dell’organo consiliare.

«E’ necessario - ha decretato il Consiglio di Stato - assicurare la continuità dell’azione amministrativa del Comune, la quale viene garantita dagli amministratori attualmente in carica, nominati in surroga dei precedenti consiglieri comunali dimissionari».

 

 

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di lunedì 14 dicembre 2009

Il Consiglio di Stato "ribalta" il Tar: il sindaco va avanti

 

VEGLIE - E' necessario assicurare la continuità dell'azione amministrativa del Comune di Veglie, retto dal sindaco Fernando Fai, la quale viene garantita dagli amministratori attualmente in carica, nominati in surroga dei precedenti consiglieri comunali dimissionari. E' quanto ha stabilito il Presidente della quinta sezione del Consiglio di Stato che, con proprio Decreto urgente, pubblicato il 9 dicembre, ha accolto l'istanza di tutela cautelare proposta dal Sindaco del Comune di Veglie e dai consiglieri comunali subentrati in surroga, rappresentati e difesi dall'avvocato Ernesto Sticchi Damiani, sospendendo, quindi, l'esecutività della sentenza n.2986 pronunciata dal Tar di Lecce il 3 dicembre.

In primo grado i consiglieri comunali dimissionari avevano impugnato tanto i provvedimenti comunali di surroga, quanto il parere reso dal ministero dell'Interno, reso noto per il tramite dell'Ufficio Territoriale del Governo presso la Prefettura di Lecce, con il quale veniva escluso che nel caso di specie potessero ricorrere i presupposti richiesti dalla legge ai fini dello scioglimento del Consiglio Comunale, in quanto le dimissioni presentate da undici consiglieri comunali non potevano ritenersi contestuali.

La pronuncia del Tar salentino, che accoglieva il ricorso presentato dai consiglieri dimissionari, ritenendo sussistenti i presupposti affinchè le dimissioni degli undici consiglieri comunali determinassero lo scioglimento del consiglio comunale, è stata, quindi, sospesa dal Consiglio di Stato, il quale, accogliendo le tesi del professor Ernesto Sticchi Damiani, ha concesso la misura cautelare ravvisando la fondatezza della questione prospettata dagli appellanti in ordine alla sussistenza di una "frattura temporale" tra il primo atto di dimissioni presentato e quelle successive formalizzate dai restanti dieci consiglieri comunali, così da determinare la carenza dei presupposti prescritti dalla legge per lo scioglimento dell'organo consiliare.

I Giudici di Palazzo Spada hanno, quindi, ritenuto di dover garantire la continuità amministrativa del Comune di Veglie almeno sino alla decisione collegiale che verrà assunta dopo la discussione del ricorso cautelare, fissata per il prossimo 18 dicembre 2009.

 

 

 

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 27 dicembre 2009

Ribaltata la sentenza del Tar che dava ragione ai dimissionari

Il Consiglio di Stato legittima le undici surroghe nell'Assise

Il sindaco Fai resta in sella. Decisiva la mancanza di simultaneità delle dimissioni e l'esigenza della continuità

 

VEGLIE - Il Consiglio Comunale non si tocca. La Quinta Sezione del Consiglio di Stato, con ordinanza del 21 dicembre scorso, tiene vivo il cuore pulsante dell'amministrazione Comunale guidata dal sindaco Fernando Fai.

«La mancanza di simultaneità tra le prime dimissioni e le successive e l’esigenza di assicurare la continuità dell’azione amministrativa da parte degli amministratori attualmente in carica» costituiscono le due ragioni giuridiche in base alle quali il Consiglio di Stato considera legittime le delibere del Consiglio comunale con le quali, nel mese di giugno, era stata disposta la surroga di undici consiglieri comunali dimissionari.

Il collegio giudicante di secondo grado ha dunque ribadito quanto già riconosciuto in prima battuta dal presidente della Quinta Sezione del supremo organo giurisdizionale con il decreto monocratico urgente del 9 dicembre 2009, accogliendo definitivamente l’istanza di tutela cautelare proposta dal sindaco Fai e dai consiglieri comunali subentrati in surroga, rappresentati e difesi dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani, e rigettando invece le opposte tesi difensive prospettate dagli undici consiglieri comunali dimissionari, (Antonio De Bartolomeo, Pompilio Rollo, Cosimo Spagnolo, Stefania Capoccia, Sandro Aprile, Fabio Stefanizzi, Salvatore Vetrano, Claudio Paladini, Vanni Carlà, Antonio Greco, Valerio Armonico) rappresentati dagli avvocati Pietro Quinto e Gianluigi Manelli.

Il nocciolo della questione ruota intorno all’ora in cui i consiglieri hanno protocollato le proprie dimissioni il 28 maggio, pensando così di decretare lo scioglimento dell’Assise. Un nodo ormai sciolto dai giudici di secondo grado che, ribaltando la pronuncia del Tar di Lecce, che aveva accolto il ricorso dei consiglieri dimissionari, hanno invece accolto le argomentazioni difensive dell’avvocato Sticchi Damiani, riconoscendo che «la sussistenza di una frattura temporale fra le prime dimissioni e le successive costituiva in realtà una circostanza certamente idonea ad escludere l’applicabilità della disciplina di legge in tema di scioglimento dell’organo consiliare comunale». 

Katia Manca
 

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